Come da tradizione, dopo che il cardinale Crescenzio Sepe ha celebrato la messa nella basilica del Gesù Nuovo, i Vigili del Fuoco di Napoli, per celebrare il dogma...
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«È un appuntamento che si ripete ogni anno - ha detto Sepe - e provoca sempre una emozione particolare perchè Napoli è città dal cuore mariano e vuole affidare alla sua potente Mamma Celeste ansie e speranze, sofferenze e gioie, preoccupazioni e propositi di bene».
«Il sistema di cui ha bisogno Napoli - ha proseguito l’alto prelato - è quello di un’organizzazione della città che si impegni a fare il bene, con il recupero della sua umanità e delle sue grandi virtù civili, sociali e religiose. Napoli è venuta a capo della sua storia anche in momenti più difficili e drammatici di questo. Anche oggi può farlo, se soprattutto si avrà la forza di chiamare a raccolta i suoi giovani, di utilizzare i loro talenti – che sono tanti – in una vera opera di ricostruzione e di rinascita che segni un vero momento di svolta. Sono i giovani la speranza di Napoli. Questi nostri giovani vogliamo affidare alla protezione dell’Immacolata perché li sostenga nel loro Èardore, li accompagni nel loro cammino e li faccia essere protagonisti del cambiamento e del riscatto».
Non manca un richiamo alle istituzioni: «È ora, perciò, di rimboccarsi le maniche - conclude il cardinale Sepe - ma è ora, innanzitutto, di ritrovare l’entusiasmo di fare e il coraggio della responsabilità diffusa, che parli di una Napoli che può rinascere con l’aiuto e il contributo di tutti, a partire dai suoi organismi istituzionali, locali e non solo».
La guglia di piazza del Gesù fu eretta a metà Settecento per volere del gesuita padre Francesco Pepe su progetto di Giuseppe Genoino grazie ad una colletta pubblica. Essa insiste al centro della cosiddetta insula gesuitica che si instaurò a Napoli a partire dalla fine del Cinquecento e che durò fino al primo decennio del Seicento, quando sorsero in quell'area la chiesa del Gesù Nuovo (intorno al 1600). La guglia, alta 30 metri, si ispira alle innumerevoli macchine da festa presenti in quei secoli ed è rivestita da decorazioni marmoree che la rendono uno dei maggiori esempi di scultura barocca a Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino