C’è un secondo dossier che si intreccia con il primo, quello - lo ricordiamo - che ha visto al centro di un carteggio a luci rosse inviato al braccio destro del...
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Ma veniamo al collegamento tra le due denunce. Il nome di uno dei preti contenuto nel dossier Meter onlus compare anche in una delle chat «rubate» dal profilo facebook del sacerdote di Monte di Dio e spedita, da mano anonima, lo scorso gennaio, all’indirizzo di monsignor Lucio Lemmo, vescovo ausiliare. In quel messaggio, Paolo, 28 anni, uno dei ragazzi che faceva parte del «giro» di Pizzofalcone, e il parroco in questione, discutono sull’eventualità di coinvolgerlo in uno degli incontri. Un appuntamento hard che però - come racconta lo stesso Paolo in una intervista rilasciata al Mattino - non si sarebbe concretizzato in quanto quel sacerdote non avrebbe mai risposto ai suoi messaggi rifiutando quindi ogni proposta. Ed ecco che la vicenda si sposta da Monte di Dio a Benevento dove ha sede lo sportello regionale dell’associazione di don Fortunato.
Qui nei giorni scorsi, tra le tante segnalazioni che vengono raccolte quotidianamente, ne è arrivata una in particolare che ha subito allertato i collaboratori del «sacerdote dei bambini», così come in tanti chiamano don Fortunato grazie all’impegno rivolto alla loro tutela. In quel plico si raccontano fatti e circostanze che coinvolgerebbero in particolar modo un sacerdote della diocesi di Pozzuoli.
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Il Mattino