Fanpage, Fnsi: «Troppe le minacce verso i giornalisti. Ogni aggressione calpesta il diritto del cittadino ad essere informato»

Conferenza stampa Fnsi
NAPOLI - «A nessuno è consentito usare minacce e linguaggi indecorosi nei confronti di giornalisti». A sostenerlo con fermezza è Giuseppe Giulietti,...

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NAPOLI - «A nessuno è consentito usare minacce e linguaggi indecorosi nei confronti di giornalisti». A sostenerlo con fermezza è Giuseppe Giulietti, presidente Fnsi, in occasione della conferenza stampa presso la sede napoletana di Fanpage. L'incontro è stato organizzato a seguito delle reazioni scatenate dall'inchiesta condotta dal giornale online sul traffico illecito di rifiuti tossici in Campania, che vede implicati camorra, amministrazione pubblica e politica. I toni usati dal governatore Vincenzo De Luca dei giorni scorsi non possono essere tollerati, secondo il presidente del sindacato dei giornalisti. E i casi di aggressione nei confronti di chi fa informazione in tutta Italia non sono pochi. «Sono diventate troppe le minacce, le ingiurie e le aggressioni nei confronti dei giornalisti. Un conto è criticarli o anche portarli in tribunale contestando eventuali errori, altro è, invece, alzare i toni o prenderli a sberle. Ogni volta che si minaccia un giornalista si calpesta il diritto dei cittadini ad essere informati».

 

Nel 2017 gli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti nell’esercizio della loro professione sono risultati 126 a fronte dei 128 rilevati nell’anno 2016. Dal 1° gennaio al 16 febbraio 2018 sono stati monitorati 18 episodi. Sul fronte dell’attività investigativa, nel 2017 sono state denunciate o arrestate 87 persone, mentre nell’anno 2016 sono state 83. Ad oggi le forze di Polizia hanno disposto 176 misure di vigilanza ed assicurato l’attuazione di 19 dispositivi di protezione nei confronti di giornalisti.


E sul decreto di esibizione del materiale raccolto da Fanpage da parte della Procura di Napoli Giulietti non usa mezzi termini. «Casi come questo di Fanpage, del Sole 24 ore, de La Stampa, sono pericolosi. C'è il rischio di arrivare alle fonti del cronista, metterlo a nudo. Il giornalista ha un segreto professionale che serve a tutelare non solo se stesso ma anche il diritto del cittadino ad essere informato. Se si toglie il segreto al giornalista gli si toglie la capacità di indagare: in questo caso corrotti e mafiosi festeggeranno. Quando una notizia ha una rilevanza sociale quella notizia va data. Non è una facoltà del giornalista ma un obbligo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino