La Fondazione Banco di Napoli replica ai rilievi del Ministero dell'Economia, mentre il fronte anti-Marrama non scalfisce la leadership del presidente dell'ente. Una...
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«Il Consiglio di amministrazione della Fondazione Banco di Napoli, presieduto dal professor Daniele Marrama, - si legge in una nota dell'ente - si è riunito a Palazzo Ricca ed ha approvato all'unanimità la lettera di controdeduzioni che sarà inviata nei prossimi giorni al ministero dell'Economia». Nella missiva Marrama risponde punto per punto alla nota del stesso ministero del 27 giugno scorso che aveva provocato tanti malumori in seno al consiglio generale.
E la seduta del consiglio si è aperta proprio con la relazione di Marrama, che ha letto ai 12 consiglieri presenti la lettera al ministero. Sulla questione degli investimenti, Marrama ha elencato i dati relativi al capitale di rischio della Fondazione in relazione al suo patrimonio. Una percentuale che, per il totale degli investimenti in azioni di istituti di credito, corrisponde - secondo Marrama - al 7% circa del patrimonio della Fondazione Banco di Napoli. Ottanta fondazioni bancarie su 88 - ha aggiunto Marrama - hanno effettuato investimenti negli istituti di credito. E la Fondazione Banco di Napoli figura al quarantacinquesimo posto nella graduatoria delle partecipazioni e perciò al di sotto della media delle altre fondazioni bancarie. Il fronte avverso a Marrama ha poi richiesto l'istituzione di una commissione istruttoria con l'obiettivo di verificare la documentazione sull'investimento nelle azioni della BRS. Una richiesta contestata da un gruppetto di consiglieri perché non figurava nell'ordine del giorno. Ma la votazione è stata effettuata e la proposta, presentata dal consigliere Di Baldassarre, non è stata approvata. Sei i voti favorevoli e sei i contrari. Un risultato che ha indispettito gli avversari di Marrama. 5 consiglieri- Abbamonte, Caia, Baselice, Paliotto e lo stesso Di Baldassarre- hanno abbandonato l'aula.
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Il Mattino