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Sembrava avviata ad una soluzione la guerra sui fondi Fsc per la Campania. E invece nulla perché ieri mattina il ministero guidato da Fitto deposita il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del 19 febbraio (e così palazzo Santa Lucia che si è costituito in giudizio). Sono 4 i punti del ricorso. A cominciare dalla complessità del caso Campania rispetto alle regioni del Nord (che hanno uno stanziamento nettamente inferiore di fondi) passando per la «pretestuosità» della denuncia di palazzo Santa Lucia perché c'era un lavoro in atto. E ancora si punta sull'incompetenza territoriale del Tar Campania perché lo è quello del Lazio e, infine, il termine dei 45 giorni che sarebbe, sempre per i legali del ministero, «del tutto incongruo». Ed è proprio questo punto quello che ha fatto scattare la contromossa del ricorso di secondo grado ai giudici amministrativi: senza un accordo entro i termini stabiliti dai magistrati campani sarebbe scattato la nomina di un commissario. Da qui, in particolare, il ricorso per evitare questa scadenza prevista nei prossimi giorni.
Lo scenario
È il naturale epilogo di uno scontro, senza esclusione di colpi, in atto da mesi tra il ministro Raffaele Fitto e il governatore Vincenzo De Luca. Una partita che vale circa 5,6 miliardi e che vede la Campania tra le ultime regioni (ci sono anche Puglia e Basilicata) dove ancora non è stato firmato l'accordo sui fondi. Da qui il match a distanza tra Santa Lucia e ministero della Coesione che ha visto mettere in campo tutte le armi psossibili. Non solo gli attacchi politici ma anche la manifestazione a Roma di metà febbraio di De Luca con i sindaci campani finita tra le polemiche sino alle carte bollate in tribunale, appunto. Non solo i giudici amministrativi ma anche quelli ordinari e contabili dove pure la Campania ha presentato contestuale denuncia.
Il ricorso
Ma ora, come già annunciato alla fine del mese scorso dal ministro Fitto, ecco il giudizio presso il Consiglio di Stato.
I tempi del ricorso
Che poi, quest'ultimo, è uno degli argomenti di massimo attrito tra Fitto e De Luca. Con il secondo che non vorrebbe concordare progetto per progetto, come vorrebbe invece il ministero, in quanto i fondi sono destinati alla Campania. Vedremo nei prossimi giorni anche se non c'è ancora la data dell'udienza. Ma sabato, incontrando i sindaci campani, il governatore è stato sin troppo chiaro: «Se viene cancellato il termine (dei 45 giorni, ndr) dovremo passare alla lotta». Ieri invece l'ex sindaco di Salerno ha preferito non aggiungere altro alla vicenda. Se non una notazione di cronaca rispetto alla frana di Ariano Irpino che ha bloccato i collegamenti ferroviari con la Puglia creando enormi disagi. «Questa frana - attacca Vincenzo De Luca - è l'ennesimo segnale della fragilità del territorio e della assoluta urgenza di rendere disponibili i Fondi Sviluppo e Coesione per consentire anche di fronte a possibili emergenze, di realizzare gli interventi necessari, visto che sono le uniche risorse destinate al rischio idrogeologico».
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