Le dolci notti dei baby killer di Forcella: «Gli ho schiattato la testa, mo' facciamoci un panino»

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VIDEO CORRELATO - Storie da Forcella ai Tribunali Due tavolini prenotati ogni notte, in due posti della città diversi: uno...

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Due tavolini prenotati ogni notte, in due posti della città diversi: uno in un locale di Posillipo, l’altro in una discoteca di Pozzuoli, tanto per avere sempre la possibilità di scegliere e organizzare la serata fino all’ultimo istante. Poi, una volta nel night più esclusivo, fiumi di champagne, come sottolineano al telefono: «Centocinquanta euro a bottiglia...», esulta un minorenne. Parole tra amici spreconi o benestanti? Niente affatto: sono le notti napoletane della paranza dei killer bambini, quelli raggiunti dall’ultima retata anticamorra messa a segno a Forcella.



Decine di arresti, ci sono anche le loro storie, le loro vite: non hanno neanche 18 anni, tenore di vita da manager (a giudicare da quanto spendono di notte), sparano e uccidono, poi ordinano panini all’alba, tra una risata e l’altra. Uno spaccato di vita, quello raccontato dalle indagini condotte dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice e dai pm Francesco De Falco e Henry John Woodcock. C’è un episodio in particolare che svela le abitudini notturne della terza generazione dei Giuliano, quelli legati ai Sibillo-Brunetti: è l’omicidio di Maurizio Lutrucuso, un ragazzo di 24 anni ucciso il 10 febbraio dello scorso anno all’esterno di una discoteca di Pozzuoli.



Vicenda su cui gli inquirenti non hanno dubbi: a premere il grilletto sarebbe stato tale Tore ’o maligno, un under 18, che avrebbe sparato «sette botte» al petto del 24enne, mentre aveva la peggio in una lite per futili motivi. Una storia nota: omicidio per una sigaretta negata, ricostruita puntualmente dalle intercettazioni telefoniche e ambientali (c’era una cimice in casa di Antonio Giuliano, in vico dei Carbonari), nelle ore immediatamente successive il delitto.



Esaltazione, risate, fame, compiacimento, spavalderia sono gli stati d’animo racchiusi in quelle ore. Ma proviamo a ripercorrere quella notte, alla luce delle parole captate dalla Mobile.



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