Forcella, minacciato dal branco il pizzaiolo che denunciò i clan

Forcella, minacciato dal branco il pizzaiolo che denunciò i clan
Dal coraggio alla paura, dalla voglia di riscatto allo sconforto. Davvero un brutto episodio, quello capitato l’altra notte a Mario Granieri, uno degli imprenditori che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Dal coraggio alla paura, dalla voglia di riscatto allo sconforto. Davvero un brutto episodio, quello capitato l’altra notte a Mario Granieri, uno degli imprenditori che trovò la forza di denunciare il racket a Napoli: l’uomo e la moglie sono stati aggrediti verbalmente e minacciati da un gruppo di teppisti dopo che il titolare della pizzeria “Terra Mia” aveva redarguito un giovane che stava urinando davanti al suo locale.

Non soltanto insulti: stando alla testimonianza di Granieri da quel gruppaccio intervenuto a dare man forte all’incivile che espletava in strada i suoi bisogni si sarebbero staccate due persone che sono passati alle vie di fatto, minacciando la coppia con un coltello e addirittura una pistola. 

Ma ricapitoliamo, ricostruendo i fatti per come Granieri li ha spiegati ai carabinieri, poco dopo l’incontro ravvicinato con la gang di violenti. Il ristoratore 40enne si presenta alla stazione “Stella” dell’Arma in forte stato di agitazione e racconta come sono andate le cose, facendo presente ai militari che l’aggressione sarebbe stata anche ripresa dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella pizzeria. E conferma al «Mattino» la versione dei fatti.

«Era circa mezzanotte e mezza - spiega - quando, mentre rassettavamo l’esterno del locale prima della chiusura, mi sono accorto di una persona che urinava accanto all’ingresso del mio locale. Istintiva la mia reazione: “Ma che cosa stai facendo, non vedi che qui ci sono i tavoli dove mangiano i clienti?”, gli ho detto».

A quel punto l’uomo ha reagito in malo modo, con insulti e minacce, supportato da un amico. «Erano giovani, avranno avuto 20-25 anni, e apparivano aggressivi. Non so come, ma in pochi minuti a dar loro man forte si sono materializzate altre persone, almeno una decina. E sono spuntati coltello e pistola. Proprio in quel momento in strada passava una signora, che a sua volta si è “permessa” di chiedere conto di quelle minacce che venivano rivolte a mia e a mia moglie». E allora uno dei componenti del branco, quello che impugnava la pistola, le ha risposto: «Vattene, fatti gli affari tuoi, altrimenti spariamo anche te...». 

«Terribile - commenta ancora Granieri - Davanti a simili episodi non resta che cedere allo sconforto. La violenza subìta da me, mia moglie e perfino da quella povera passante è stata indescrivibile, e adesso ci interroghiamo se stasera ce la sentiremo di riaprire, e se quelli là magari ritorneranno. A un certo punto ho anche ipotizzato che la loro vera intenzione fosse quella di rapinarci: la serata era andata molto bene, avevamo avuto il pienone in pizzeria. Ora chiediamo protezione alle forze dell’ordine». 

Diciamo subito che poi alla fine, nella serata di ieri, Mario Granieri ha deciso di riaprire la pizzeria. Ancora una volta, a prevalere sulla paura è stato il coraggio. Anche perché i carabinieri non lo hanno lasciato solo. Nel pomeriggio gli investigatori sono andati a trovarlo nel ristorante, e hanno anche acquisito le registrazioni degli impianti di videosorveglianza: quei fotogrammi potrebbero essere utilissimi alle indagini per risalire alla identificazione dei delinquenti e balordi che vigliaccamente hanno tentato di intimidirlo. 

Il locale di Granieri si trova in via Carminiello ai Mannesi, quartiere Pendino, nel cuore di Forcella: e appare anche probabile che i bulli entrati in azione nella notte tra giovedì e venerdì siano residenti della zona.

La storia di Mario venne alla luce nell’inverno del 2019, quando il 40enne pizzaiolo subì le minacce della camorra, che voleva imporgli il pagamento del “pizzo”. Orgoglio, dignità e coraggio furono più forti della paura, e così lui denunciò tutto: provocando una reazione a catena e ottenendo solidarietà e vicinanza di istituzioni, forze dell’ordine e gente comune. 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino