Fortuna, testimone chiave racconta: «Ho sentito un tonfo e visto il corpo»

Fortuna, testimone chiave racconta: «Ho sentito un tonfo e visto il corpo»
«Sono stato il primo a vedere Fortuna a terra. Ero giù al palazzo e ho sentito un tonfo, poi ho visto il corpicino faccia a terra e l'ho riconosciuta dai capelli...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Sono stato il primo a vedere Fortuna a terra. Ero giù al palazzo e ho sentito un tonfo, poi ho visto il corpicino faccia a terra e l'ho riconosciuta dai capelli biondi. Era l'unica nel palazzo ad averli così». Il racconto è di Claudio Luongo, inquilino del palazzo del Parco Verde di Caivano, dal quale il 24 giugno 2014 è caduta Fortuna Loffredo, ex compagno della madre di «Chicca» dalla quale ha avuto un figlio, ricostruendo davanti alla quinta sezione della Corte d'Assise di Napoli quei momenti concitati.


All'epoca dei fatti Luongo era ai domiciliari e poteva uscire di casa solo 3 ore ogni mattina, dalle 9 alle 12: «Ero giù al palazzo a parlare con degli amici dell'Italia ai Mondiali di calcio di quell'anno - ha ricordato Claudio Luongo - poi sono andato a prendere il figlio mio e di Mimma (Domenica Guardato, madre di Fortuna) e l'ho portato a giocare alle giostrine. Dopo è arrivata Mimma con Chicca e con nostro figlio sono andati a prendere una pizza, poi sono tornati su a casa».  Quando Fortuna è caduta, ha spiegato Luongo, «aiutavo le mie sorelle con la spesa. Ho sentito un tonfo secco, ma da dove stavo non potevo vedere. Poi tra i pilastri ho visto i capelli biondi di Chicca, il corpo era a faccia in giù, sono arrivato a 2 metri con la bicicletta e capito cosa era successo. Ho iniziato a gridare, chiedendo di chiamare un'ambulanza. Poi ho chiamato Mimma, urlando verso il suo balcone».
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino