Ischia, Michele morto a 15 anni con il suo cagnolino: «Aveva superato la paura del terremoto»

Già recuperati i corpi dei fratellini, si cercando ancora quelli dei genitori

La famiglia Monti, sterminata dalla frana
Inviato a Casamicciola Lo hanno trovato dopo che dal buio delle profondità di un fango assassino erano tornati alla luce il fratello e la sorella (non ancora il papà...

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Inviato a Casamicciola

Lo hanno trovato dopo che dal buio delle profondità di un fango assassino erano tornati alla luce il fratello e la sorella (non ancora il papà e la mamma). Adesso è ufficiale, Michele Monti, 15 anni, è morto: anche l’ultimo diaframma di speranza nel ritrovarlo in vita è crollato poco dopo le 8,50 di ieri mattina. 

I vigili del fuoco - 170 quelli in azione ormai incessantemente nella zona del disastro da oltre 48 ore a Casamicciola Terme - si concentravano sull’ultima porzione di via Celario, la strada che non c’è più, cancellata dalla colata di fango che si è staccata dal monte Epomeo nella notte tra venerdì e sabato. E lì hanno dissepolto Michele, che con i fratellini Maria Teresa e Francesco, trovati ventiquattr’ore prima, formava una delle due famiglie cancellate dalla tragedia. Rimuovendo la fitta coltre di mota che nemmeno il sole caldo di domenica scorsa è riuscito a compattare, accanto al corpo del ragazzino è stato scoperto senza vita anche il cagnolino di famiglia, che da Michele non si staccava mai un minuto. Uniti nella vita e nell’ultimo istante.

Michele se n’è andato, Michele non c’è più, Michele ha raggiunto i suoi in Cielo. Uno dei soccorritori non riesce a contenere la commozione: mentre estrae il corpo senza più vita cede allo stress e inizia a piangere a dirotto. Tutto intorno, mentre le squadre di soccorso sollevano un lenzuolo bianco per risparmiare la scena del recupero della salma al cinico rituale di chi fa fotografie e riprese televisive, cala un silenzio irreale, lo stesso che ha già accompagnato in queste ore il ritrovamento degli altri poveri morti.

Tra i primi a ricevere la conferma terribile del ritrovamento è lo zio di Michele, il fratello del padre. Un sopravvissuto, un uomo che - insieme con la sua famiglia - è riuscito a scansare la notte di tempesta e di morte che si è scatenata sui fabbricati di via Celario: in quell’alba tempestosa e di morte si trovava in vacanza in Spagna, ed è rientrato a Ischia solo domenica mattina, dopo che tutto si era consumato. Strazio, lacrime, sofferenza.

Nel 2017, quando su Casamicciola si scatenò l’ultimo terremoto, Michelino aveva 10 anni, ma quell’evento gli era rimasto impresso forte e chiaro nella memoria. Non amava ricordare quella notte di paura, non ne parlava mai, lui era uno che sapeva guardare avanti a quella vita che gli avrebbe dovuto riservare ore, giorni, mesi e anni di felicità e soddisfazioni. Studiava, non aveva grilli per la testa, si dava da fare per proteggere sempre fratellino e sorellina. La sorte - che è cieca e sovente non premia i giusti - gli ha improvvisamente girato le spalle la notte tra venerdì e sabato, sopo una serata passata in casa, perché fuori era brutto tempo e non era proprio il caso di mettere in moto il Vespino per scendere giù in paese. 

«Era un ragazzo bravissimo, Michele - racconta al “Mattino” Antonio, 16 anni, il migliore amico nonché compagno di banco a scuola - Ci siamo conosciuti solo tre anni fa ma da allora abbiamo vissuto in simbiosi. Frequentavamo la terza F della Ragioneria all’“Enrico Mattei” di Casamicciola Terme».

Antonio - che oggi è uscito di casa presto, e come tantissimi altri suoi coetanei ha voluto unirsi alle squadre dei volontari per spalare le strade ancora invase dal fango e dai massi precipitati con furiosa violenza dal Monte Epomeo quella maledetta notte - ricorda le ultime ore di vita del suo compagno di classe. «È stato venerdì pomeriggio, proprio poco prima che si scatenasse il nubifragio e quella tempesta maledetta - prosegue - che l’ho incontrato. Siamo entrati in classe, abbiamo fatto lezione e poi, all’uscita, ci siamo salutati. Era sorridente, spensierato come sempre...».

Michele Monti amava lo sport, credeva nell’amicizia, ma la sua vera passione erano le moto. «Andava fiero della Vespa HP, la stessa che ho anch’io - dice ancora il suo compagno di banco - in genera uscivamo per andare un po’ in giro, la sera non abbiamo mai tirato tardi. Non era fidanzato, ma aveva molte amiche».

La forza dell’ottimismo era tutta nella carica dei suoi occhi chiari e del suo sorriso. Si confidava mai con te? «Ricordo che quando gli chiesi, un giorno, se avesse paura di un nuovo eventuale terremoto lui mi rispose: “No, nessuna paura, io abito in una casa antisismica, e semmai venisse una scossa reggerà”. La notizia della tragedia, sabato mattina, ha colto Antonio di sorpresa, ma il senso di un’angoscia forte si è subito impadronito di lui: «Al punto da fare, come prima cosa, una telefonata proprio a Michele. Ma il cellulare risultava spento, e la linea fissa di casa risultava interrotta. Lì ho iniziato a capire che a lui e alla sua famiglia potesse essere capitato qualcosa di molto brutto».



Vite spezzate. Ma all’appello mancano ancora quattro dispersi, e tra questi anche il papà e la mamma di Michele. La corsa contro il tempo fa sì che il passare delle ore riduca non solo la speranza di ritrovare in vita chi manca all’appello, ma fa temere anche sulle possibilità di effettivo ritrovamento dei cadaveri. Si cerca a via Celario, l’epicentro di questa tragedia, da dove anche ieri sono emersi brandelli di vita spezzata: un peluche, un tegame e altri oggetti che raccontano di una quotidianità che non sarà mai più come prima. Ma oggi i sommozzatori hanno cominciato a scandagliare con i sonar anche i fondali del tratto di mare più vicino al porto. Trovare i dispersi e perimetrare la zona rossa, per capire quanti edifici siano stati coinvolti dalla frana, e se e quando gli abitanti potranno rientrare nelle loro abitazioni, queste le priorità dei soccorritori. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino