Frattamaggiore, l'associazione no profit: i giovani vogliono lavorare ma non essere sfruttati

Pasqualino Costanzo alla guida del Cantiere Giovani di Frattamaggiore
Non è vero che i giovani non hanno voglia di lavorare, semplicemente non abbassano la testa dinanzi a chi cerca di sfruttarli. È questo il quadro che emerge dal...

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Non è vero che i giovani non hanno voglia di lavorare, semplicemente non abbassano la testa dinanzi a chi cerca di sfruttarli. È questo il quadro che emerge dal resoconto di chi lavora ogni giorno con le nuove generazioni, il Cantiere Giovani di Frattamaggiore. Si tratta di una cooperativa sociale che è attiva anche come associazione di volontariato. L’organizzazione no-profit, guidata da Pasqualino Costanzo, è nata nel 2001. Offre servizi socio-educativi rivolti a giovani, associazioni, enti pubblici e istituti scolastici di ogni ordine e grado. 

Sono tanti gli imprenditori che affermano di non riuscire a trovare dipendenti perché si preferisce andare avanti a suon di sussidi o nascondendosi dietro i genitori. I volontari dell’associazione sono attivi tra Napoli e Caserta sono, però, in costante confronto con i giovani, soprattutto per quanto riguarda il tema del lavoro: «Non è solo questione di contratti, precarietà e sfruttamento. È una questione di rispetto della persona, di cooperazione, di inclusione, condivisione di quello che si fa e dei suoi obiettivi. Soprattutto gli adulti, dovrebbero avere il coraggio di cedere sovranità ai giovani. Non esistono in Italia politiche sociali serie per favorire l’autonomia dei giovani, la possibilità di metter su famiglia, di essere tutelati e spronati a fare scelte nuove che favorirebbero cambiamenti per loro e per l’intera società».

È molto difficile emergere per chi non ha alle spalle genitori già radicati in un settore: «I giovani non hanno voglia di lavorare? Sì, e menomale. I giovani hanno voglia di sognare. Il tempo spesso non arriva mai per chi non appartiene a famiglie già ben inserite. Lo stesso tempo che molti si accorgono di aver perso dietro adulti che sfruttano bene e meglio un sistema clientelare e classista di privilegiati, che si arrogano il diritto di potersi sentire superiori. Succede nelle università, tra i docenti delle scuole, tra dirigenti e funzionari dei servizi pubblici, nella politica e nelle aziende». 

Secondo Costanzo e i volontari del Centro, bisogna concedere più spazio ai giovani: «Sognare non vuol dire solo immaginare logiche oziose ed effimere, ma essere stimolati dalle passioni, sentirsi rispettati e protagonisti di qualcosa che possono sentire proprio».

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Il Mattino