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L’ora X è scoccata. Centinaia di città in tutto il mondo si sono fermate, si sono organizzate. Il motivo? Manifestare per Julian Assange. In tutt’Italia migliaia di persone sono scese in piazza, da Milano a Catania, passando per Roma e Cagliari. Napoli, ovviamente, non è mancata all’appello. Il giornalista è incarcerato nel Regno Unito dal 2019.
Centinaia di cittadini si sono riuniti nella Rotonda Diaz, poco distante dal consolato americano. Assange rischia l’estradizione negli Stati Uniti e una pena, negli USA, fino a 175 anni di prigione. I primi a manifestare sono arrivati intorno alle 17, pian piano il corteo è aumentato fino ad arrivare a diverse centinaia di persone. Ma ciò che ha colpito è stato l’ingente dispiegamento di forze di polizia.
Il corteo era composto dalle realtà più disparate. Organizzato da Free Assange Napoli, c’erano anche, tra le altre, l’ANPI, la cui sede napoletana ha recentemente conferito ad Assange la tessera di “partigiano antifascista”, Articolo 21, il collettivo Giustizia per Mario Paciolla e associazioni pro-Palestina e contro la guerra, come Disarmo Campania e Amnesty International. A scandire il ritmo le murgas argentine, sempre più presenti in città.
La manifestazione è stata accompagnata per tutto il suo breve tragitto dal coro “Julian Assange è innocente”. In tanti indossavano la maschera raffigurante il volto del giornalista. Tutti a favore della libertà di stampa, a favore del valore della pace. C’era anche un missile poi diventato un fiore e quattro manichini: Joe Biden, Donald Trump, Mike Pompeo e re Carlo III d’Inghilterra.
«Sono qui, e ritengo importante essere qui, per Assange e per tutto il problema dell’informazione, anche in Italia. – dichiara padre Alex Zanotelli – Purtroppo Assange è americano, dico purtroppo perché ha pagato pesantissimamente per aver rivelato informazioni e verità sulla guerra in Iraq. Negli Stati Uniti chi comanda è il complesso militare del paese.
«Questa manifestazione che difende Assange è importantissima. – commenta Desirée Klein, portavoce di Articolo 21 Campania – Free Assange Napoli ha fatto anche sì che Assange avesse la cittadinanza napoletana, una delle prime metropoli d’Italia. Siamo qui a rappresentare, anche come Articolo 21 Campania, che se si colpisce Assange si colpisce la libertà di stampa. Non è solo la storia di Julian Assange, è la storia di ogni cittadino libero. Se verrà estradato in America e verrà condannato a 175 anni di carcere, cadrà un pilastro di democrazia e libertà di stampa. È un fatto preoccupante. Se ci fosse Assange ora a Gaza a testimoniare il giornalisticidio che sta avvenendo forse ne sapremmo di più su cosa sta accadendo a Gaza».
«Negli scorsi giorni abbiamo appreso che Navalny, principale oppositore di Putin, è stato ucciso. – spiega Paolo Ambro, di Free Assange Napoli – Non ci occorrono lunghe indagini per capire che si tratta di omicidio politico. Esattamente questo è ciò che potrebbe accadere e sta accadendo a Julian Assange. Siamo preoccupati dal fatto che nei 5 anni in cui Assange è stato detenuto a Belmarsh sia stato ignorato dagli organi di stampa. A livello mondiale cresce la consapevolezza dell’arretramento della libertà di stampa. Per questo siamo in piazza in centinaia città del mondo».
«Stasera siamo qui per supportare Free Assange Napoli, una battaglia per la giustizia, per la libertà. – aggiunge Erica Prisco, del collettivo Giustizia per Mario Paciolla – Ovviamente la storia si lega a quella di Mario perché anche Mario Paciolla, giornalista, è stato coinvolto in una vicenda dai contorni oscuri nella sua funzione di operante ONU. Sappiamo bene che quello che è accaduto a Mario è un bavaglio che gli è stato messo nella maniera più atroce possibile, perché con un suo report aveva svelato alcuni retroscena. Chiediamo libertà per Assange e al contempo continuiamo a chiedere verità e giustizia per Mario Paciolla».
I partecipanti del breve corteo, fermato come ricordato a pochi metri dal suo punto di incontro, si sono poi trasferiti al Maschio Angioino. Nel castello si è tenuto in concerto in vista della giornata di domani. Alle ore 16:30, infatti, si terrà il dibattito “Stop war on journalism. Osservatorio sulla libertà di informazione”. Il verdetto sull'estradizione di Assange è previsto per la stessa giornata di domani.
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