Stanno verificando chi ha fatto cosa e, cosa non secondaria, se sono stati provocati dei danni all'intera zona. Trivellazioni ad Agnano, l'ora delle indagini. Tanto che la...
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Stesse perplessità da parte di studiosi ed esponenti istituzionali, a cominciare dall'osservatorio vesuviano, intervenuti per sollevare l'attenzione sull'agibilità dello stesso progetto di ricerca che ha provocato scavi e cantieri.
Domande legittime, vista anche la densità di popolazione che risiede nella zona, su cui ha deciso di prendere le mosse la Procura di Napoli. Inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Sergio Amato, che ha sfoderato una mossa inedita, per fare fronte all'esigenza di chiarezza in una materia tanto delicata. Stando a quanto emerso finora, la Procura si è affidata per le prime indagini a funzionari Arpac ed esponenti dell'Osservatorio vesuviano che sono stati investiti della carica di «ausiliari di polizia giudiziaria». In sintesi, interverranno come se fossero esponenti del pool di investigatori e metteranno le proprie competenze al servizio delle indagini, non solo come consulenti della Procura, ma come se fossero dei veri e propri agenti di polizia giudiziaria.
Fatto sta che, stando a quanto emerso finora, a distanza di circa sette giorni dal brusco stop ai lavori di trivellazione realizzati ad Agnano, sono state avvistate ancora nubi di vapore acqueo miste a gas. Scenario che desta preoccupazione in seno ad una fetta di popolazione che vive e risiede in quella zona metropolitana, tra Napoli ovest e i comuni dell'area flegrea. Uno scenario che preoccupa anche i titolari di numerose attività commerciali e imprenditoriali della zona, sulla scorta della pioggia di polveri che si sono addensate sul manto stradale, sulle auto in sosta, su alcuni lotti di terreno impegnati per motivi agricoli. Ma a questo punto la parola passa agli inquirenti e alle valutazioni fatte dalla Procura sul progetto di ricerca che ha dato vita alle trivellazioni, su chi ha autorizzato interventi del genere e su eventuali danni provocati sul territorio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino