Afragola, folla ai funerali del 14enne investito che ha donato gli organi

Afragola. «Antonio ora è il più bel fiore nel giardino di Dio. Lì, nella vera luce, vivrà la vita eterna e non appassirà mai.  E il...

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Afragola. «Antonio ora è il più bel fiore nel giardino di Dio. Lì, nella vera luce, vivrà la vita eterna e non appassirà mai.  E il suo ricordo,  non dovrà mai appassire nel cuore di tutti noi. Dio lo ha chiamato a se, perché è un ragazzino speciale, che ora vive ancora sulla terra, grazie al grande gesto d’amore dei suoi genitori,  che hanno acconsentito a donare gli organi di Antonio, a dare una nuova vita ad altre persone».  Questo il senso della struggente omelia, di don Giuseppe Esposito, parroco di Pompei,  che ha celebrato nella basilica di Sant’Antonio di Afragola, la funzione funebre per Antonio Panico, il quattordicenne, investito domenica scorsa da uno scooter, al corso Napoli di Afragola,  e morto dopo due giorni, senza riprendere più conoscenza nel reparto di rianimazione del Secondo Policlinico di Napoli. E tutta Afragola si è fermata. E mille e più  persone, si sono strette intorno al papà Alfredo, alla mamma Luisa Di Palo, al fratellino Francesco, scaraventati in un baratro di dolore inimmaginabile, eppure capaci di un grande gesto di amore verso il prossimo, con l’assenso all’espianto degli organi del ragazzino.

 
La bara bianca, sulla quale era poggiata la maglietta della squadra di calcio “Scuola Calcio Afragola 92” è giunta in chiesa direttamente da una sala del commiato, che è stata la triste meta di centinaia di persone, venute a testimoniare il loro dolore e la vicinanza e l’affetto per i genitori.  

Gli amici della scuola calcio hanno liberato in aria i palloncini bianchi. Commovente il messaggio di addio dei compagni della 1A geometri dell’Istituto superiore “Carlo Alberi Dalla Chiesa”: «Eri da poco tempo con noi, ma abbastanza da farti apprezzare e lasciare un vuoto incolmabile. Il Signore aveva bisogno di un Angelo ed ha scelto te, Antonio: dolce, compito e serio». Unica nota stonata l’aggressione a un giornalista che seguiva i funerali. Un gesto, siamo sicuri, che lo stesso Antonio avrebbe disapprovato con garbo.  

 

 

 

 


 

  

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Il Mattino