Due giorni di chiusura a metà della galleria Vittoria hanno già messo in ginocchio il traffico napoletano. Adesso pensate che gli esperti valutano in tre settimane i...
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Ieri a mezzogiorno non c'era nessuno al lavoro dentro la galleria, nemmeno un tecnico per eseguire un rilievo né un operaio per fare una piccola spicconatura: zero, niente, nessuno.
Ieri per l'intera giornata ci sono state migliaia di auto in coda davanti alla galleria dimezzata. Si passa solo in direzione di Chiaia utilizzando l'asfalto della mano opposta, praticamente procedendo contromano perché il cedimento c'è stato lungo la carreggiata che proviene da via Acton. Ma allora perché s'è deciso di bloccare il traffico nella direzione opposta? Spiegano gli esperti che una deviazione del traffico all'altezza della Galleria per chi proviene da via Marina avrebbe generato una tale reazione a catena da bloccare senza soluzione di continuità tutte le strade dell'area occidentale della città, da via Marina al Corso Umberto, dalla City fino al Centro Direzionale. Sicché s'è deciso di penalizzare chi viene da Chiaia e Posillipo che, in alternativa, può anche pensare di utilizzare la Tangenziale.
Spiegano i tecnici che s'è optato per i male minore, insomma, anche se quel male minore comporta una disperazione di code e d'attesa che si allunga fino a Mergellina.
Ieri abbiamo partecipato alla follia collettiva della coda verso la galleria. L'abbiamo fatto per ascoltare la voce degli automobilisti intrappolati, avremmo voluto anche sentire quella dell'assessore ai trasporti e vicesindaco di Napoli, ma purtroppo Enrico Panini non ha avuto tempo.
Gli automobilisti, invece, la questione l'hanno affrontata con piglio e un bel po' di rabbia. Gianni, 33 anni, vive al Corso Vittorio Emanuele: «La strada dove abito è un delirio per i lavori, avevo deciso per questo percorso ma trovo un delirio anche qui. Perché devo passare la mia vita bloccato nel traffico e guardo il lungomare deserto?».
Il tema è caldo ed è condiviso da Andrea, Giovanna, Paolo e Riccardo che abbiamo sentito e ci hanno detto tutti la stessa cosa: «Perché non si riapre temporaneamente il lungomare liberato?». Già, perché? Leggi l'articolo completo su
Il Mattino