Napoli, l'appello del Garante dei detenuti: «Più diritti per i minorenni in comunità»

Napoli, l'appello del Garante dei detenuti: «Più diritti per i minorenni in comunità»
Sono 70 i minori detenuti negli istituti di pena di Nisida e Airola, 1.130 compresi i giovani adulti, quelli presi in carico dagli uffici del servizio sociale di Napoli di cui 387...

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Sono 70 i minori detenuti negli istituti di pena di Nisida e Airola, 1.130 compresi i giovani adulti, quelli presi in carico dagli uffici del servizio sociale di Napoli di cui 387 per la prima volta. Sono i dati, aggiornati a novembre 2019, della relazione sui minorenni e i giovani detenuti in Campania, diffusi oggi dal Garante dei detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello, che rivendica «più diritti per i minori in comunità» e dice: «Il diritto alla salute viene negato».


Una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per denunciare il rischio che i minori detenuti negli istituti di pena campani che il diritto alla salute non sia assicurati e sia «totalmente» negati a chi è affidato alle comunità per minori o comunità per adulti con problemi di tossicodipendenza. Ciambriello e le comunità residenziali della Campania hanno ribadito l'importanza di alcuni diritti fondamentali, e per quanto riguarda il diritto alla salute, il ripristino dell'esenzione del ticket. «Noi comunità alloggio, insieme con il Garante dei detenuti - è scritto nella lettera - chiediamo aiuto perché stiamo portando avanti una battaglia di civiltà e giustizia che, al momento, ci vede soccombere. Stiamo provando a riaffermare il diritto alla salute pubblica gratuita per i minori dell'area penale che accogliamo nelle nostre comunità e che viene negato». «Una discriminazione ancora più forte - sottolineano - se si pensa che per i loro coetanei ristretti presso gli Istituti penali minorili questo diritto è invece garantito».


Ciambriello che ha sottolineato anche un dato: «Sono 7.600 le persone detenute nell'area esterne e, nell'ultimo anno si sono verificati tre suicidi per persone sottoposte ad arresti domiciliari. Gli assistenti sociali per quest'area sono solamente ventiquattro». All'incontro hanno partecipato, oltre al garante campano, Vincenzo Morgera, responsabile comunità Jonathan, Luigi Isaia, responsabile comunità il Germoglio e padre Jhonny Morelli della comunità di Padre Arturo in Marigliano.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino