Il garante dei detenuti della Campania: «Via ai progetti con i fondi 2018»

Il garante dei detenuti della Campania: «Via ai progetti con i fondi 2018»
«Tra i risultati ottenuti durante questa annualità, che vale la pena menzionare, vi è sicuramente la capacità che abbiamo avuto, anche grazie al lavoro...

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«Tra i risultati ottenuti durante questa annualità, che vale la pena menzionare, vi è sicuramente la capacità che abbiamo avuto, anche grazie al lavoro sinergico e di raccordo svolto con l'assessore regionale alle Politiche Sociali Lucia Fortini, di reperire fondi, 100.000 euro per l'annualità che sta per trascorrere e 100.000 già stanziati per il prossimo anno, che ci hanno consentito di avviare diverse progettualità all'interno delle carceri campane aumentando, al contempo, il numero di figure professionali e sociali specifiche che operano all'interno degli istituti penitenziari». È quanto dichiarato dal Garante dei Detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello, durante la conferenza stampa di presentazione delle attività messe in campo durante l'anno in corso.


«In Campania - ha continuato il garante - vi sono circa 8.000 detenuti, per 95 educatori e 43 psicologi. L'obiettivo sarà quello di aumentare gradualmente il numero di figure sociali a supporto di chi sconta la pena. Già durante quest'anno il numero di psicologi, assistenti sociali, educatori sociali, avvocati che con continuità si sono recati nelle carceri, per mettere in campo nostre progettualità, sono aumentati. Il prossimo obiettivo che ci poniamo è quello di avviare corsi di formazione professionale da destinare ai detenuti». Poi un po' di percentuali: «I detenuti che, finita di scontare la pena, non ritornano in carcere rappresentano il 20% circa del totale e sono quasi sempre coloro che sul proprio percorso hanno incrociato un'associazione, una cooperativa, un volontario e delle progettualità che l'abbiano messi nelle condizioni di redimersi e capire che non vale la pena delinquere. C'è un lavoro di organizzazione della vita del detenuto che va fatto all'esterno e che è fondamentale». «Sul totale di 60.000 detenuti italiani poi - ha continuato Ciambriello - il 40% è tossicodipendente o immigrato e un altro 40% è addirittura in custodia cautelare, molti dei quali non arriveranno nemmeno a giudizio. Cinquemila, poi, sono dentro a scontare un solo anno di pena. È assurdo non consentire a questi ultimi di scontare pene alternative».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino