Dopo 86 anni la gelateria La Scimmia di piazza Carità abbassa per sempre le saracinesche. Un pezzo di storia di Napoli dice addio alla propria attività: «Una...
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«Io e mio fratello siamo della terza generazione, questa attività fu aperta da mio Nonno a Taranto nel 1922. Il nostro marchio tra due anni avrebbe compiuto 100 anni spiega Monacelli Negli anni'30 ha poi deciso di trasferirsi a Napoli e nel 1934 ha aperto la sede di piazza Carità, dopo quella aperta e poi chiusa a via Torino. Dagli anni '60 c'è stato mio padre, seconda generazione. Io ho cominciato a lavorare in gelateria dopo il liceo e da solo alla fine degli '90. Mio fratello è andato via intorno al 97-98, quando mio padre ha smesso di lavorare». «Nonostante le difficoltà - incalza Monacelli - abbiamo tenuto in piedi per un secolo la nostra attività, ma da cinque anni a questa parte è diventato deprimente. Abbiamo gelateria a destra, a sinistra, nel giro di poche centinaia di metri ce ne sono sei. E per un'azienda di famiglia come la nostra, che non è una multinazionale, reggere i costi era diventato quasi impossibile. Avevamo chiuso una prima volta alla fine del 2010, quando il cantiere della Metropolitana ci tagliò di fatto le gambe. Aperto nel 2007 sarebbe dovuto durare due anni, invece è stato chiuso nel 2011». Al posto de La Scimmia aprirà un localino del quale il core business sarà il pane: «Fa capo ad un imprenditore che ha due supermercati fa sapere Marco -. Venderanno anche da asporto, ma produrranno principalmente pane. Ho ceduto in affitto il locale di 230 metri quadrati, ad un prezzo basso, anche se non c'erano altre offerte migliori. Noi siamo un brand storico e non abbiamo mai temuto di competere con i nostri concorrenti e abbiamo continuato ad offrire prodotti di qualità».
«Mio fratello è andato via da piazza Carità anni fa, quando ha deciso di spostarsi a Nilo. Io ho difeso a spada tratta questo locale, tentando di tenerlo in vita, senza ottenere però un riscontro soddisfacente. Quando ho svuotato il locale mi è venuto un colpo al cuore, ma non potevo fare diversamente. Gli ultimi sono stati anni tragici sotto tutti i punti di vista. La piazza l'ho sempre difesa ma la situazione è diventata insostenibile. Ci si sono messi anche i lavori urbanistici, che nel corso dei decenni hanno di fatto snaturato la piazza. Quindici anni fa l'hanno divisa a metà, con la parte dove ricade il nostro locale completamente isolata. Adesso mi riposerò conclude il proprietario de La Scimmia - e poi se avrò voglia e forza mi rimetterò alla prova, si spera di ricominciare presto». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino