NAPOLI - «In queste ore circola una notizia che, se confermata, sarebbe di una gravità inaudita e getterebbe l'ennesima inquietante ombra sulla trasparenza nella...
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«Apprendiamo infatti che il 27 luglio scorso il Comune di Napoli ha subìto un sequestro preventivo di 98 milioni di euro, corrispondenti alla giacenza di cassa in quel momento a disposizione dell'ente, per effetto di una sentenza della Corte di Appello di Napoli che ha disposto il pignoramento di circa 124 milioni di euro, mai saldati, a favore del Consorzio Ricostruzioni Otto, autore di lavori di ricostruzione di edilizia abitativa a valere sulla vecchia legge 219. Il prossimo 17 agosto è previsto il pronunciamento sulla richiesta di dissequestro. Se dovesse essere respinta saremmo di fronte al rischio di mancanza di liquidità per il Comune di Napoli con tutte le pesanti e immaginabili conseguenze».
«Il Sindaco de Magistris e l'assessore Palma hanno il dovere di fare chiarezza ad horas. Ma soprattutto, l'interrogativo ancora più serio a cui devono dare una risposta: perché di questa procedura di pignoramento non è stata fatta menzione nel corso della seduta di approvazione del bilancio e non si sono studiate in quella sede, che era la più opportuna, le misure necessarie quantomeno per attutirne gli effetti e prevenirne le conseguenze negative?», conclude Valente.
Non è tardata ad arrivare la replica della Giunta partenopea (clicca e leggi).
Ma la Valente ha rincarato la dose. «Il Comune di Napoli conferma l'allarme che avevamo lanciato nelle scorse ore: se il prossimo 17 agosto sarà respinta l'istanza di sospensione, saranno pignorati circa 90 milioni di euro per un contenzioso relativo a un vecchio appalto della legge 219» ha affermato in una nota. «È evidente che la strategia dei giorni scorsi di tenere tutto nascosto, e la risposta di oggi da parte di Palazzo San Giacomo ne è la conferma, era solo una pezza a colori messa lì a pochi giorni dall'approvazione del bilancio per non avere problemi in Consiglio.
Il Mattino