«Tutte le prove ritenute fondamentali, raccolte dagli inquirenti e condivise dalla nostra difesa, finalizzate a cristallizzare il coinvolgimento dei poliziotti, sono state...
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«Gli avvocati della Difesa - ha detto ancora il legale - vogliono dimostrare l'estraneità dei loro clienti ai fatti contestati ma con una condotta ostruzionistica: è stata chiesta l'ammissione di una ventina di testimoni per ciascun poliziotto. Una strategia processuale assurda, - sostiene l'avvocato Falleti - inoltre le prove raccolte a carico degli agenti municipali - dagli audio di Antonio e Vincenzo, decisamente eloquenti, ai tracciati precisi ed inconfutabili del Gps, al ritrovamento delle auto, sono schiaccianti».
Per Falleti, la Procura di Jalisco sta dando un forte segnale, «sembra intenzionata a confermare tutti i capi di imputazione contestati. Speriamo che il dialogo con le autorità messicane continui non solo all'interno delle aule dei tribunali ma anche a livello politico perché a vendere i nostri connazionali a dei narcos sono stati dei poliziotti e non gente comune e pertanto il governo messicano deve considerare realmente la gravità della vicenda che vede implicati dei rappresentanti delle istituzioni». «Attraverso il canale internazionale aperto con l'Onu, - conclude uno degli avvocati delle famiglie Russo e Cimmino - si sta muovendo verso la giusta direzione la ricerca della verità nella speranza che presto si possa individuare il luogo in cui si trovano Raffaele, Antonio e Vincenzo, così come auspicato alla Farnesina nel corso dell'ultimo incontro con i familiari». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino