Giancarlo Siani, cancellato il murales a Napoli ma resistono quelli dei rapinatori uccisi

Giancarlo Siani, cancellato il murales a Napoli ma resistono quelli dei rapinatori uccisi
Sui muri di Napoli resistono i ritratti dei baby rapinatori (Luigi Caiafa e Ugo Russo), ma non quelli delle vittime innocenti della camorra. Alla scuola Gabelli, nel centro della...

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Sui muri di Napoli resistono i ritratti dei baby rapinatori (Luigi Caiafa e Ugo Russo), ma non quelli delle vittime innocenti della camorra. Alla scuola Gabelli, nel centro della città, infatti, il murales della legalità è stato cancellato, ma nessuno lo sa. Il dipinto realizzato dall'artista e docente Nicholas Tolosa insieme agli studenti sul muro di un cortile dell'istituto era stato dedicato a Giancarlo Siani ed era stato inaugurato nel 2016. Poi la pioggia e l'umidità lo hanno sbiadito e qualche anno dopo, ma nessuno ricorda nemmeno con precisione quando, una mano di vernice data nel corso di una ristrutturazione ne ha cancellato definitivamente le tracce.

Oggi lo stesso personale dell'istituto, docenti e collaboratori scolastici che già ci lavoravano cinque anni fa, non ricordano molto di quel momento. E dal canto suo la dirigente scolastica dell'istituto, Carmela Mannarulo, arrivata a settembre di quest'anno, non ha mai avuto notizia dell'opera e adesso spiega: «Io non ho mai saputo niente del murales, da quando sono nell'istituto nessuno me ne ha mai nemmeno parlato. E certamente non è stato cancellato in epoca recente, visto che non ci sono lavori in corsomagari ce ne fossero».

E, infatti, Tolosa aveva insegnato per un anno alla Gabelli nel 2016 e l'opera era stata realizzata all'interno di un progetto per la legalità. L'artista docente aveva proposto il murales come una delle iniziative che tutti gli apprendisti prof devono organizzare quando sostengono l'anno di prova per l'immissione in ruolo. Aveva progettato un disegno al cui interno campeggiava la scritta Noi vulimm 'na speranza con in alto l'immagine di Giancarlo con la sua Mehari, e gli alunni, scelti tra i più difficili, avevano steso i colori: il nero a rappresentare la camorra; il rosso per il sangue delle vittime innocenti ammazzate; il fondo bianco per l'innocenza di coloro che hanno perso la vita. Poi, la scorsa settimana, il prof, che collabora a mettere in campo gli itinerari turistici del Comune di Napoli, ha saputo che l'opera era stata cancellata. Ma, probabilmente, di là dagli incidenti di percorso che sono sempre possibili, la cosa più grave è aver perso un tassello del percorso verso la speranza, che nelle scuole è spesso accidentato ma sempre necessario. E, infatti, la preside Mannelli spiega: «La legalità è il centro stesso della vita scolastica e educativa, la legalità è il nostro pane quotidiano. Lo ho sempre fatto e continuerò a farlo».

Secondo il presidente onorario della fondazione Siani, Geppino Fiorenza, anche la memoria ha bisogno di manutenzione. «Capisco il dispiacere di un artista di murales se vede scolorire negli anni il suo lavoro sul muro di una scuola, di un cortile o di un luogo pubblico - dice Fiorenza - ma francamente non riesco a vedere, nell'episodio denunciato da Nicholas Tolosa una precisa intenzionalità denigratoria, a meno che il suo lavoro non sia stato ricoperto esplicitamente per cancellare una memoria».

Il tema, dunque, per Fiorenza è più generale e infatti proprio in questi giorni si è tornato a parlare di murales: «Lo ribadisco - osserva il presidente - è importante lasciare la traccia del volto di una delle vittime innocenti della criminalità o di un simbolo dell'antimafia. Ma certo di per sé i murales hanno implicita una fragilità per l'esposizione alle intemperie. Tantissimi sono quelli presenti in città, nei quartieri da Pianura a Scampia dedicati alle vittime di quel lungo elenco che leggiamo il 21 di marzo e tanti anche quelli ospitati presso le scuole. Ma bisogna sapere che quando si promuove un'iniziativa del genere si deve anche pensare ad una manutenzione, concordandola magari con le istituzioni pubbliche coinvolte, e ad una cura permanente con il coinvolgimento, di volta in volta, dei cittadini e degli studenti, anche in anni successivi alla prima esposizione, perché si conservi e si tramandi quella traccia artistica in modo da coltivare la memoria delle persone raffigurate ed i valori rappresentati». 

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Il Mattino