Gigli di Nola, festa per l'anniversario del sigillo Unesco con i fondi del governo

Gigli di Nola, festa per l'anniversario del sigillo Unesco con i fondi del governo
I Gigli di Nola e l’arte della pizza: a Nola ed a Napoli si festeggia l’anniversario del sigillo Unesco con un motivo in più: l’incremento del fondo...

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I Gigli di Nola e l’arte della pizza: a Nola ed a Napoli si festeggia l’anniversario del sigillo Unesco con un motivo in più: l’incremento del fondo nazionale destinato alla valorizzazione del patrimonio culturale ed immateriale Unesco. Due milioni di risorse in più che lasciano ben sperare in un futuro dove il binomio cultura e sviluppo economico potrebbe favorire la svolta auspicata. A ricevere il via libera é stato l’emendamento presentato del parlamentare di Forza Italia Paolo Russo che dopo aver ottenuto, nella legislatura precedente, l’equiparazione dei beni immatariali a quelli materiali adesso incassa il risultato di un accantonamento maggiore per le tradizioni culturali italiane. Dalla siciliana Opera dei Pupi al saper fare liutario di Cremona, l’Italia in lungo ed in largo. E nel napoletano il risvolto é doppio. Dice infatti Alfonso Pecoraro Scanio, tra i maggiori sostenitori dell’iscrizione dell’arte dei pizzaioli napoletani nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità: «Sono particolarmente felice che l'emendamento sia passato in concomitanza con l'anniversario del riconoscimento sia delle macchine da festa, e quindi i gigli di Nola, che dell'arte del pizzaiolo. I gigli di Nola sono un bene prezioso,oltre alla grande tradizione delle macchine da festa rappresentano la grande biodiversità della cultura». 


Così anche don Lino d’Onofrio, vice presidente della Fondazione Festa dei Gigli: «È un’attenzione importante per una festa millenaria riconosciuta anche nella sua struttura organizzativa. Un bene da salvaguardare, sebbene immateriale, legittimamente sovvenzionato e quindi riconosciuto come patrimonio dell'umanità». «Obiettivo importante - sottolinea anche Patrizia Nardi, coordinatrice del progetto della Rete delle grandi macchine a spalla italiane - perché guarda ai piani di salvaguardia di un patrimonio che merita grande attenzione dalle istituzioni e dalle comunità».


«Adesso - avverte Russo - si lavori affinché le nostre tradizioni continuino a rappresentare un patrimonio per l’umanità e non per i campanili delle singole parrocchie». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino