Giorno del ringraziamento, pranzo di solidarietà con il consolato Usa

Una festa multiculturale all'insegna della solidarietà. È questo lo spirito con cui oggi si festeggia anche a Napoli la ricorrenza del Thanksgiving day, una delle feste...

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Una festa multiculturale all'insegna della solidarietà. È questo lo spirito con cui oggi si festeggia anche a Napoli la ricorrenza del Thanksgiving day, una delle feste più sentite dagli americani, che cade il quarto giovedì di novembre e ricorda, all’origine della storia statunitense, lo spirito di condivisione tra gli indiani del Nuovo mondo e primi Padri Pellegrini che riuscirono a sopravvivere, una volta sbarcati nelle nuove terre, grazie proprio all’aiuto degli indigeni locali.




Per l'occasione, quest'anno il consolato americano ha deciso di celebrare la ricorrenza in anticipo, organizzando un pranzo di beneficenza presso la Casa Provinciale “Santa Luisa de Marillac”, in collaborazione con le suore “Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli” che ogni giorno, presso la propria struttura, offrono a indigenti e migranti un pasto caldo e una prima assistenza sanitaria.

E oggi il menù prevede tacchino con ripieno di pane, salsa di mirtilli e ovviamente la classica torta di zucca, tutto sapientemente cucinato dai diversi impiegati del consolato americano e ci sono anche due giovani Marines a dare una mano in cucina e servire le diverse portate.



Il pranzo tradizionale a stelle e strisce mette d'accordo un po' tutti i palati. A condividere il pasto del Ringraziamento ci sono tunisini, marocchini, russi e polacchi. «Sono napoletano - commenta Salvatore - e alla mensa di San Giuseppe vengo spesso, mangio anche insieme agli arabi, ci rispettiamo vicendevolmente».

E lo spirito inclusivo è proprio ciò che contraddistingue questa festa, come spiega il console generale degli Stati Uniti Colombia A. Barrosse che ha servito e consumato il pasto con gli altri commensali.



«Questo è il senso del giorno del ringraziamento: esprimere gratitudine per ciò che si ha, condividendo con la comunità, donando, senza differenze di religioni ed etnie. Anche a tavola simbolicamente c’è questo senso di inclusione perché ognuno cucina il piatto tipico della propria regione. In questo Napoli e New Orleans, la mia città natale, sono simili: c’è una comune passione per la vita, uno spirito solidale e di accoglienza che rende questa davvero città unica». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino