Movida estiva con alcol e droga, i medici di Napoli: sarà emergenza

Movida estiva con alcol e droga, i medici di Napoli: sarà emergenza
Un bollettino di guerra. A questo fanno pensare i dati raccolti in un dossier dell'Ordine dei medici di Napoli che dal convegno intitolato «I giovani e la febbre del...

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Un bollettino di guerra. A questo fanno pensare i dati raccolti in un dossier dell'Ordine dei medici di Napoli che dal convegno intitolato «I giovani e la febbre del sabato sera» lanciano un grido di allarme sull'uso smodato di alcol e droghe tra i giovani, fenomeno che nei periodi estivi, si scrive nel rapporto, aumenta in modo esponenziale.


«Sessanta giorni, luglio e agosto, in cui la rete dell'emergenza regge a fatica - racconta Giuseppe Galano, responsabile della Centrale operativa del 118 di Napoli - con un sovraccarico di lavoro determinato da un aumento di feriti e vittime dovuti, direttamente o indirettamente, allo 'sballò estivo: l'ebbrezza alcolica fino al coma etilico, indotta dall'uso di sostanze stupefacenti rimediate a poco prezzo all'ingresso di locali e discoteche o passeggiando sul lungomare delle località balneari».

Nel dossier l'identikit dei giovani a rischio non è quello di ragazzi «problematici», bensì «normali adolescenti» che «non percepiscono il pericolo e vivono tutto questo in modo inconsapevole, in preda a un senso di emulazione che fa venire meno il senso del rischio». Ragazzi normali come Nico, il giovane napoletano deceduto a 20 anni l'anno scorso dopo una notte trascorsa in discoteca a Positano, trovato senza vita in un vallone poco lontano dal locale dove si era intrattenuto con amici. «Un ragazzo - ricorda il padre che ha portato la sua esperienza al convegno - senza grilli per la testa con solide relazioni familiari, che non ha mai fatto uso di sostanze stupefacenti e senza alcun problema di dipendenza da alcol. Una delle esperienze più scioccanti l'ho vissuta all'uscita della discoteca, quando ancora speravo di poter trovare il mio ragazzo in vita ed invece ho visto decine e decine di giovanissimi accasciati a terra, in preda ai postumi della sbornia o sotto effetto di droghe».


Tra i dati del dossier emerge che il debutto alcolico è sempre più precoce: più della metà dei ragazzi ha bevuto il primo bicchiere tra gli 11 e i 14 anni e che tra i 15-19enni la percentuale di chi beve «qualche volta» sale al 65% con solo due ragazzi su dieci che si dichiarano astemi.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino