Una città sotto la città: è l’antica Neapolis, seppellita da oltre 2500 anni di storia. Eppure la struttura dell’antica Polis greca, fondata nel...
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Ma la peculiarità più emozionante è quella di scoprire le città sotterranee stratificate nel corso dei secoli, come spiega la dott.ssa Anna Di Lorenzo, autrice, insieme a Giuseppe Monteforte, del libro “Napoli Sotterrata”: «Sotto la chiesa di San Lorenzo Maggiore, ad esempio, esiste un’insula romana ancora integra con la sua strada e i suoi negozi che ci raccontano la vita dell’epoca e, scendendo ancor più sotto, si nota uno strato ancora più antico, risalente all’epoca greca, seppellito probabilmente dai fanghi provenienti dalle colline circostanti in seguito al fenomeno delle alluvioni, da cui la città all’epoca era spesso colpita. Ma il fenomeno catastrofico ha consentito nel corso dei secoli di conservare integre le strutture delle epoche precedenti ed è così visibile come le città delle varie epoche si siano sviluppate sul tracciato dell’impianto originale».
E proprio su questo attualmente si concentrano studi archeologici di notevole importanza, in una location con un incommensurabile patrimonio artistico e culturale. Ma poco viva è nei giovani questa consapevolezza. Così nasce un’iniziativa che coinvolge proprio i giovanissimi: si chiama “Archeologo per un giorno”, dove i bambini possono immergersi nella magia di una città sotterranea da scoprire. Tramite questo progetto i ragazzi, seguiti da archeologi professionisti dell’ Associazione Kyme, possono utilizzare gli strumenti tipici della professione e conoscere concretamente il processo che va dallo scavo fino all’esposizione finale dei reperti archeologici.
« L’idea è nata per indirizzare i giovani a scoprire un settore poco conosciuto, quello dell’archeologia in una città ricca di reperti storici»racconta Roberto De Rosa, responsabile delle pubbliche relazioni del Complesso di San Lorenzo Maggiore, dove nasce il progetto.
«I bambini inizialmente visitano le città sotterranee accompagnati da esperti che spiegano loro la storia - continua Roberto – e poi passano in laboratori dove ci sono delle vasche con anfore seppellite. Lì,sporcandosi le mani e utilizzando i veri e propri attrezzi degli archeologi, conoscono il processo che va dallo scavo all’esposizione finale. I bambini sono contenti e si arricchiscono attivamente conoscendo meglio un lavoro di cui si parla troppo poco».
Un progetto per educare i giovani alla scoperta di una città misteriosa e di un patrimonio immenso ancor poco valorizzato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino