La sala dedicata a Giambattista Vico è il cuore della Biblioteca dei Girolamini. Un cuore in affanno e bisognoso di cure, da quando mani avide hanno trafugato migliaia di...
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È una città che ha parecchi problemi quella che in sei anni non riesce a concludere gli «accertamenti tecnici» necessari per riaprire al pubblico le sale di una Biblioteca. Dopo lo scempio dei volumi trafugati, dopo gli anni rapaci dell'ex direttore Marino Massimo De Caro e dalla Banda Bassotti, l'attenzione del governo nazionale e della stessa magistratura avevano fatto sperare in un futuro migliore per uno dei nostri tesori più prestigiosi. Che invece, sei anni dopo, è ancora chiuso a chiave. Il lavoro dei consulenti tecnici della procura è certamente delicato e complesso; c'è da ultimare la catalogazione dei volumi, da valutare caso per caso l'appartenenza o meno ai Girolamini dei tesori di carta sequestrati in giro per il mondo. Ma la città non può aspettare in eterno. Ed è anche un po' stufa di applaudire all'ennesima riscoperta dei nostri scrigni d'arte e cultura, quando i medesimi scrigni restano preclusi al pubblico godimento. Occorre, lo ha detto bene lo stesso Melillo, che chi ha la responsabilità politica e amministrativa di conservazione di questo straordinario patrimonio - che appartiene a tutti - assicuri subito i fondi per la manutenzione e la sicurezza, il supporto scientifico e il personale necessario perché la Biblioteca, quando gli «accertamenti tecnici», finalmente saranno ultimati, possa di nuovo tornare fruibile da tutti. Altrimenti il legittimo entusiasmo per i tesori ritrovati rischia di suonare come una beffa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino