GIUGLIANO - Incosciente o forse coraggioso. Perché bisogna essere davvero arditi per decidere di allestire una officina meccanica abusiva sotto ad un cavalcavia e su...
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L'officina, nata sotto ad un ponte, non era nemmeno nascosta o comunque camuffata. Sotto al cavalcavia c'erano grosse insegne a segnalarne la presenza. L'esercizio commerciale si trova sotto la strada statale 162, a ridosso di un grosso centro commerciale, su via Santa Maria a Cubito, ed era molto frequentato. Oltre che da centro riparazioni fungeva da temporaneo rimessaggio per furgoni e camioncini. Un'attività abbastanza fiorente e remunerativa, completamente ignota al fisco. Quando la polizia municipale è giunta sul posto si è ritrovata dinanzi ad un caso davvero incredibile. Il titolare non era in possesso di atti ufficiali che gli permettevano di svolgere l'attività. Certo, su un suolo appartenente alla città metropolitana, era davvero difficile esserne effettivamente in possesso. L officina abusiva era composta da una serie di container all'interno dei quali venivano effettuate le riparazioni. Insieme ai container anche una serie di coperture per ripararsi dal sole e un cancello esterno completamente coperto da pannelli. Ora sarà l'autorità giudiziaria a decidere se convalidare o meno il sequestro. Per ora i vigili urbani hanno apposto i sigilli e sequestrato l'area di circa 500 mq. L'attività è stata quindi chiusa.
Purtroppo di casi del genere ce ne sono tanti a Giugliano. Solo qualche giorno fa i carabinieri hanno sequestrato un capannone abusivo adibito a mobilificio. Non è raro che le forze dell'ordine scoprano non solo violazioni in materia fiscale ma anche nell'ambito ambientale. Spesso gli scarichi vengono effettuati direttamente in fogna. Il tutto per risparmiare gli alti costi di smaltimento. Ed è in effetti anche una logica normale dal punto di vista del commerciante abusivo. Essendo completamente sconosciuto allo stato non potrebbe mai chiedere di smaltire legalmente le acque e i materiali di risulta. Questa purtroppo però è la logica che ha devastato il territorio e il motivo per il quale in campo c'erano anche i militari dell'esercito impegnati nel progetto di contrasto dei vari fenomeni di inquinamento nella Terra dei fuochi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino