«Un fiore per Giuseppe», manifestazione a Roma per il giovane napoletano morto all'Umberto I

«Un fiore per Giuseppe», manifestazione a Roma per il giovane napoletano morto all'Umberto I
La famiglia di Giuseppe Esposito, il ventenne affetto da fibrosi cistica e deceduto la notte del 17 maggio scorso all'Umberto I dov'era ricoverato, è in attesa di...

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La famiglia di Giuseppe Esposito, il ventenne affetto da fibrosi cistica e deceduto la notte del 17 maggio scorso all'Umberto I dov'era ricoverato, è in attesa di capire quali siano state le cause della sua morte. Ma intanto per lui, ma anche per i tanti giovani affetti da questa malattia, la sorella Michela ha organizzato una manifestazione a piazza cavour. "Porta un fiore a Giuseppe" questo il titolo dell'iniziativa che si svolgerà domani, domenica 27 maggio alle 10.30. 


«Ci riuniremo non solo per un abbraccio forte a Giuseppe - spiega la sorella Michela - ma ci riuniremo per un'iniziativa forte e coraggiosa, al fine di sostenere ogni giovane affetto da questa malattia, ci faremo portavoce di gravi e serie problematiche derivanti da negligenza e protocolli imposti assurdi». «Vi preghiamo - conclude l'appello della donna diffuso attraverso una pagina Facebook - di metterci tutta l'energia che ci contraddistingue e di portare un fiore, simbolo di solidarietà e vicinanza».

Giuseppe Esposito è arrivato all'Umberto I dal policlinico di Napoli i primi giorni di maggio. Ricoverato nel reparto di Terapia intensiva della clinica 2 era in attesa di un trapianto ai polmoni. Poche ore prima di morire ha inviato, con il suo cellulare, un messaggio alla madre: «Denunciate l'ospedale, denunciate. Mi stanno uccidendo».



Il ragazzo, in gravi condizioni, era stato sottoposto a un intervento di tracheotomia e attaccato successivamente all'Ecmo, un macchinario che permette la respirazione extracorporea ripulendo il sangue dall'anidride carbonica. Per la famiglia quel macchinario però dava dei problemi anche se poi la direzione generale dell'ospedale ha affermato che l'Ecmo era in perfetto stato. La procura ha aperto un'inchiesta sequestrando i macchinari e le cartelle cliniche. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino