Dopo la violenza, la gogna sui social. La ragazzina napoletana, che ha trovato la forza per rispondere alla violenza subita sugli scogli a Marechiaro e di rivolgersi alle cure...
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La vicenda di una ragazza non ancora 18enne, che ha denunciato tre minori di violenza sessuale di gruppo, è una storiaccia: uno stupro di gruppo consumato da tre minori ai danni di una ragazzina, lo scorso 26 giugno, allo scoglione di Marechiaro. Sono stati identificati e ora sono formalmente indagati in una vicenda che potrebbe far scattare arresti, condanne (qualora venissero confermate le accuse) o il trasferimento in comunità di recupero. Una vicenda finita in un fascicolo della Procura minorile, impegnata a svolgere accertamenti sul racconto della parte offesa, ma anche su alcuni reperti finora acquisiti: parliamo dei tamponi effettuati sulla ragazzina e su quello di uno dei tre minori finiti sotto inchiesta, che ha dato il consenso per il prelievo del Dna, in vista di una eventuale comparazione con le tracce biologiche finora refertate.
«Facciamo in modo di non ripetere con la ragazza che ha denunciato di essere stata violentata sugli scogli di Marechiaro gli stessi errori commessi con la ragazza violentata a Pimonte che è stata costretta a scappare in Germania con la sua famiglia perché non resisteva più ai commenti e alle voci messe in giro contro di lei dai suoi concittadini», interviene il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e Gianni Simioli de La radiazza, che segnalano che «già circolano commenti vergognosi su Facebook in cui si dice che s’è inventata tutto o che se l’è andata a cercare e cose del genere».
«Quanto accaduto a Marechiaro è di una gravità inaudita. Sui reati commessi da minori occorre abbassare l'età imputabile, perché l'aumento di reati commessi da minorenni affonda le radici proprio nella consapevolezza dell'impunità», dichiara il presidente della Prima Municipalità di Napoli (Chiaia, Posillipo, San Ferdinando), Francesco de Giovanni, in merito al caso dei presunti abusi sessuali subiti da una 16enne sugli scogli di Marechiaro.
«Non servono facili e strumentali sociologismi da strapazzo - spiegano de Giovanni e l'assessore agli Affari generali della Municipalità Fabio Chiosi - occorre repressione, e bisogna avere il coraggio di utilizzare questa espressione, ma soprattutto di concretizzarla con atti seri a tutela delle persone perbene e a tutela degli stessi minori. Abbiamo presentato denunce per le illegalità che di giorno si verificano sugli scogli di Marechiaro con il viavai degli abusivi del mare, ma è evidente che occorre anche un controllo stringente serale», concludono de Giovanni e Chiosi.
Borrelli aggiunge: «La polizia postale intervenga subito per frenare questa che si preannuncia una gogna mediatica tesa a difendere gli accusati che, a quanto pare, sarebbero rampolli di famiglie posillipine. È vero che bisogna aspettare l’esito delle indagini in corso e le sentenze della magistratura, ma, nel frattempo, non si può prendere di mira con offese squallide quella che, al momento, è la vittima di questa brutta vicenda». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino