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Cambio al vertice del Grande Progetto Pompei, il piano salva scavi da 105 milioni di euro finanziato dall'Unione Europea. Il generale Mauro Cipolletta da oggi lascia il suo mandato nelle mani del generale di brigata dei carabinieri Giovanni Di Blasio. Il passaggio di consegna è stata l'occasione per fare un punto sul Grande Progetto Pompei e sulle opere della buffer zone che interessano i 9 Comuni che circondano il Parco Archeologico, faro del piano strategico commissionato dall'Unesco per valorizzare gli itinerari del turismo internazionale. «Abbiamo appaltato lavori per 157 milioni di euro», ha tenuto a precisare Cipolletta visibilmente commosso per il congedo sia da Pompei che da generale, «52 milioni in più rispetto ai 105 stanziati da Bruxelles. Questo è stato possibile perché abbiamo risparmiato sugli appalti. Ed è grazie a tale risparmio che abbiamo potuto finanziare con 10 milioni di euro il progetto più costoso e imponente, il cosiddetto intervento M, che ci ha dato la possibilità di fare le nuove scoperte della regio V dove sono venuti alla luce il Thermopolium, la domus di Leda e il Cigno, e tutti gli altri tesori e nuove domus».
Cipolletta ha rivelato nel dettaglio le opere che a breve partiranno per valorizzare la buffer zone: «Ci sono 10 milioni di euro da investire in 7 opere».
La chiave del successo del «Grande Progetto Pompei» - che volge quasi al termine, manca solo il resoconto a Bruxelles - per il generale Di Blasio è «lo spirito di collaborazione avuto tra le varie istituzioni». Presente allo scambio di consegne, in rappresentanza del ministero della Cultura, il dirigente Angelantonio Orlando che ha sottolineato che «la Corte dei Conti ha promosso il Grande Progetto Pompei in tutte le sue ispezioni. Secondo l'ultima relazione della Corte dei Conti - che sarà resa pubblica lunedì - è un modello da seguire».
Intanto alla città antica si continua a guardare in attese di sorprese: in prossimità del complesso dei Riti Magici parte infatti il 5 luglio la nuova campagna di scavi Praedia Project (Pompeian residential architecture: environmental, digital, and interdisciplinary archive), il progetto di scavo avviato nel 2016 che ha l'obiettivo di raccogliere nuovi dati sull'edilizia residenziale di Pompei studiando un complesso, messo in luce tra il 1953 e il 1958, una singolare struttura che, si ipotizza, sorgeva su un'area originariamente occupata da tre case a schiera costruite fra il III e il II secolo a.C., successivamente accorpate a formare un'abitazione più grande, ristrutturata e riorganizzata a più riprese nei secoli.
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