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Non è stato facile per i ristoratori chiedere ai clienti di esibire la propria carta telematica, in questo primo giorno di entrata in vigore del Green pass. Una misura attesa e contestata allo stesso tempo che ha diviso ancora di più l'opinione pubblica, tra chi la ritieneva utile al contenimento dei contagi e chi invece la vedeva come una limitazione alla libertà personale. Per i ristoratori, invece, la carta verde rappresenta ancora una grande incognita. Una procedura lacunosa e lenta che non garantirebbe il controllo completo della persona che la presenta.
«Sul pass c'è scritto un nome e un cognome – afferma Massimo Di Porzio presidente Fipe Confcommercio Campania – ma quella persona potrebbe essere un'altra.
Una serie di difficoltà, riscontrate questa mattina, che purtroppo non aiutano a tenere in sicurezza esercenti ed avventori «Probabilmente il governo ha adottato una misura non ancora studiata nei minimi particolari – dichiara Antonino Della Notte presidente Aicast – ma così facendo si penalizza ancora una volta la categoria della ristorazione che è tra le più sicure di tutte. Nel tempo abbiamo adottato ogni tipo di misura necessaria a contrastare il Covid e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nessun contagio e nessun focolaio si è sviluppato nelle nostre attività. Ora invece costringiamo il cliente a mangiare all'esterno o a presentare la certificazione di un tampone effettuato almeno 48 ore prima. Noi rispetteremo tutte le regole ma crediamo che la norma vada rivista e ripensata per dare a tutti le stesse possibilità».
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