Paura e ronde nelle notti di Scampia tra ultimi inquilini e poliziotti

Paura e ronde nelle notti di Scampia tra ultimi inquilini e poliziotti
Non c’è pace nelle vele. Da tempo ormai, a Scampia sono iniziati i trasferimenti delle famiglie assegnatarie dei primi centoquindici alloggi in via Antonio Labriola e...

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Non c’è pace nelle vele. Da tempo ormai, a Scampia sono iniziati i trasferimenti delle famiglie assegnatarie dei primi centoquindici alloggi in via Antonio Labriola e in via Pietro Gobetti. Tutti – o quasi – hanno lasciato le loro vecchie abitazioni murate e rese inaccessibili in queste ultime due settimane. Al degrado e all'abbandono di quegli enormi palazzoni edificati tra gli anni sessanta e settanta, oggi si aggiunge un innaturale silenzio. Un silenzio e un'oscurità in cui il passato fa da sfondo a un presente incerto. Non tutti infatti, sono andati via da quell’inferno di cemento e le luci di natale all’esterno dei balconi e degli ingressi delle abitazioni, testimoniano ancora la presenza di numerose famiglie.

 
C’è paura oggi. Paura di chi ancora vive lì e teme per la propria sicurezza. «Ci hanno rubato in casa», lamenta una donna della vela verde. «Io sono assegnataria ma sono ancora qui e ho paura per me e la mia abitazione. Qui non siamo tranquilli, perché le cose non sono mai cambiate».

I passi di chi cammina ancora tra i corridoi sopraelevati, tra un appartamento e l’altro, si avvertono chiaramente e si accompagnano al costante scroscio dell’acqua piovana che in questi giorni fa da sottofondo a questi edifici semi abbandonati. Ma non solo. Anche le torce degli uomini della Polizia Municipale del nucleo tutela immobili, sono diventate “familiari” agli ultimi inquilini delle vele. Gli agenti infatti, soprattutto nel corso della notte, vigilano attentamente sugli appartamenti vuoti per evitare nuove intrusioni ed occupazioni.

«Sono quindici giorni - commenta il capitano Gaetano Vassallo che dirige le operazioni di controllo - che sorvegliamo costantemente questi stabili. Fin da subito abbiamo ritenuto necessario mettere in campo tutte le nostre forze al fine di evitare nuove occupazioni e così è stato. Ad oggi siamo riusciti ad evitarle ma certamente il nostro lavoro proseguirà. Siamo presenti nel corso di tutte le notti sino all’alba ed anche durante il giorno aiutiamo cittadini e incaricati del comune a eseguire i trasferimenti. Siamo in una delle zone più degradate della città, ne siamo consapevoli, ma speriamo che il nostro lavoro possa contribuire a cambiare le cose».


Un lavoro costate dunque, quello degli uomini della Municipale che proseguirà sino a quando le operazioni di trasferimento non saranno del tutto concluse. Ancora adesso però, le vele sono “impresse” nel cuore e nelle menti di chi le ha lasciate da poco. Nessuno ha dimenticato i pericoli e il degrado che sono ancora lì, a pochi passi dai nuovi centri residenziali. Da quelle case nuove dalle cui finestre, le vele si scorgono ancora alte nel cielo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino