Abbracciare e baciare il papà affetto dal male del momento, il contagiosissimo Coronavirus. Baci e abbracci affettuosi, gesti d'amore istintivi, ai quali è...
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Per sbugiardare i bufalari del gossip necrofilo è così dovuto scendere nell'agorà digitale direttamente il figlio del dottore, che nella vita fa il regista, con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook. «Informazioni alterate: papà sta bene e non ha difficoltà respiratorie, adesso è scesa anche la febbre - ha comunicato ai concittadini il giovane artista lui si è voluto ricoverare per precauzione, perché di recente aveva subito un intervento chirurgico». Parole rassicuranti che hanno preceduto il racconto da allarme rosso. «Ho abbracciato e baciato mio padre fino a ieri - ha testualmente confessato Enzo nel suo messaggio - per cui ci sono alte probabilità che, dopo la sua positività, anche io sia contagiato e per questo tra poco mi faranno il tampone». Un racconto che ora, a freddo, fa sorgere dubbi e preoccupazioni. Dubbi che al momento della pubblicazione nessuno si è posto. Il dottor Pasquale Caiazzo aveva la febbre da giorni. In molti hanno temuto per lui. Come sia possibile che fino a ieri il figlio gli sia stato vicino nel post non viene spiegato; raggiunto al telefono, Enzo non aggiunge molto, neanche sul fatto che fosse o meno certo della positività del padre quando si è lasciato andare alle (comprensibili) manifestazioni d'affetto. «Mio padre si è ricoverato giovedi sera per motivi precauzionali. Stava bene», insiste il giovane. Fatto sta che il suo messaggio ha ricevuto una valanga di like e commenti benaugurali da parte dei pomiglianesi. Nessuno ha riflettuto sul gesto, sia pure scaturito dall'amore per il padre. «sulle sue possibili conseguenze. Sono stati invece centinaia e centinaia i mi piace, i cuoricini, i baci e gli abbracci, solo virtuali in questo caso. «Fortunatamente non sono uscito negli ultimi giorni ha tentato di tranquillizzare il regista ma se queste informazioni possono esservi d'aiuto tenetele in conto. Vi mando un abbraccio a distanza, vi terrò aggiornati su tutto».
A Pomigliano la paura serpeggia. La città, 39mila abitanti, conta tre persone ufficialmente contagiate da Coronavirus. Qui abita la segretaria del paziente uno (l'avvocato di Napoli tornato dalla Lombardia venti giorni fa), che purtroppo ha segnato il triste record di essere stata a sua volta il primo contagiato in provincia di Napoli. Poi è toccato a un impiegato dell'Avio Aero, lo stabilimento aeronautico del polo industriale affollato da 10mila lavoratori e in cui è risultato ammalato anche un altro dipendente, residente ad Afragola. Contestualmente ha contratto il Coronavirus il dottor Caiazzo, impegnato nel campo minato degli ospedali. Il clima è pesante, la paura si tocca con mano. La prudenza, a volte, può essere d'aiuto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino