I dirigenti medici del pronto soccorso e dell'osservazione breve intensiva dell'ospedale Cardarelli di Napoli scrivono al governatore Vincenzo De Luca per condannare...
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Secondo Borrellli il dirigente «si sarebbe recato a Milano per prendere la figlia febbricitante e portarla a Napoli, senza adottare alun tipo di precauzione» per poi fare rientro al proprio reparto e partecipare a una cena tra colleghi primari. Una notizia resa nota attraverso un post pubblicato su facebook da un terza persona, utilizzato poi dallo stesso consigliere dei Verdi come premessa dell'interrogazione.
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Accuse a cui i medici del pronto soccorso del nosocomio napoletano, in prima linea nella lotta contro il Coronavirus, rispondono nero su bianco attraverso una lettera indirizzata al presidente della Regione, nella quale si dichiarano «disgustati per il modus operandi del consigliere». «Questi ha assunto deliberatamente un grave tono accusatorio, additando il nostro primario come untore, in base a notizie diffuse sui social media e non prima verificate, come prevede la deontologia giornalistica - si legge nella lettera - Tale accusa sarebbe gravissima, considerando l’aggravante penale e amministrativa che a compiere tale misfatto sarebbe un medico».
La comunità del Cardarelli si stringe attorno al primario bollando l'atteggiamento del consigliere come «deplorevole e privo di etica professionale in quanto il dirigente medico in questione al momento è ricoverata in un reparto specialistico e pertanto non in grado di rilasciare alcuna dichiarazione in risposta».
I medici invitano dunque il presidente De Luca «a dissociarsi dall’operato del consigliere, per favorire la serenità e coesione di intenti necessarie a fronteggiare questo drammatico periodo di emergenza sanitaria». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino