I pm a caccia dei documenti sulla nuova Tav ad Afragola

La Procura di Napoli nord segue la traccia di quelle seimila tonnellate di rifiuti che, con una serie di interventi dal marzo 2016 all'aprile 2017, furono smaltiti e portati...

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La Procura di Napoli nord segue la traccia di quelle seimila tonnellate di rifiuti che, con una serie di interventi dal marzo 2016 all'aprile 2017, furono smaltiti e portati in una discarica autorizzata in Emilia Romagna. Se ne fece carico la Rete ferroviaria italiana (Rfi). «Ci chiese chiarimenti la Città metropolitana, concludemmo l'iter di bonifica seguendo tutte le procedure di legge e informando gli enti interessati» ha spiegato l'amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile. L'area al centro della bonifica ultimata due mesi fa è quella dove deve essere ultimato il grande parcheggio della stazione della Tav ad Afragola. 

 

Per ora, è aperto solo in parte, con 500 posti auto. A cantiere ultimato, ne accoglierà 1400. Per ora, si parcheggia gratis, ma della gestione a pagamento dovrà occuparsi la Metropark, società nazionale del gruppo Ferrovie dello Stato che si è vista respingere l'autorizzazione amministrativa dal Comune di Afragola per la documentazione incompleta nella richiesta. Spiega il sindaco di Afragola, Domenico Tuccillo: «Al primo rifiuto degli uffici, ne è seguito un secondo anche sulla documentazione consegnata dopo le verifiche eseguite dai Nas qualche giorno fa. I documenti sono stati giudicati ancora incompleti».

Per questo, il parcheggio resta gratuito. E l'attenzione della Procura guidata da Francesco Greco, nell'inchiesta coordinata dall'aggiunto Domenico Airoma e dal sostituto Vanni Corona, si concentra proprio su quell'area. Due i punti da chiarire nell'indagine avviata dagli inquirenti: le modalità di bonifica della zona e le procedure seguite nel mutamento di classificazione dell'area da A in B, che ha significato l'applicazione di parametri meno rigorosi sugli indici di inquinamento.

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