«Il bordello sta cominciando. Vi sentite sicuri di fare la guerra?». È così che, a memoria del collaboratore di giustizia Pasquale Riccio, il boss Cesare...
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«Sono vigliacchi, perché c'erano dei bambini...» si sente dire a proposito del raid ai Sette Palazzi. «Ma anche questi qui della camorra, uomini di....Non guardano niente, ma perché quello che mise il figlio davanti e quelli con tutto il bambino in braccio...». I commenti si accavallano e si concentrano su episodi dai quali emerge come la faida abbia portato i killer dei clan in guerra a superare certi limiti. «Quelli hanno sparato all'impazzata, grandi, piccolini, non hanno guardato niente. Hanno fatto solo con la mitraglietta ta-ta-ta-ta». «Ma ci sono i bambini che giocano a bigliardino...». «State a sentire a me, questo è stato un avvertimento. Allora chiudete la baracca e togliete tutto da mezzo, fermatevi, quando poi si calmano le cose...» si sente nelle conversazioni tra familiari dei possibili bersagli del raid che ragionano su come comportarsi. A Scampia c'è fermento in quei giorni. Da una parte c'è la gente del quartiere che non vive di camorra ma è costretta a convivere con il terrore di finire per errore nel mirino di qualche killer pronto a fare fuoco all'impazzata e dall'altra parte ci sono quelli che hanno figli, mariti, fratelli o amici impiegati nella camorra e che sanno della faida e temono reazioni armate. «La soluzione è solo questa: falli allontanare un po', dì a loro di togliersi proprio da mezzo... fatemi questo piacere». E tutti concordano su un fatto: «Questo ragazzo - dicono di Landieri - è stato preso per scambio... portano anche lo scrupolo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino