È tra le opere d'arte più visitate a Napoli. Il suo fascino e la sua storia lo rendono gioiello di immensurabile valore, in grado di generare grande stupore in...
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«L'intento del principe di SanSevero era proprio quello di meravigliare - spiega Fabrizio Masucci, direttore del museo - Lui stesso, infatti, scrisse a uno studioso francese di aver fatto realizzare un Cristo con un velo talmente trasparente da ingannare gli occhi e stupire perfino i più abili osservatori. L'opera ha una perizia tecnica straordinaria e un significato profondo. Si trova all'interno di una cappella che è luogo di fascino, di mistero, insegnamenti esoterici e rappresenta la verità velata, ossia la conoscenza che è velata alla molteplicità di persone e che solo pochi eletti possono apprendere».
Realizzato nel 1753 da uno scultore napoletano, Giuseppe Sammartino, il Cristo velato era stato inizialmente commissionato a Antonio Corradini, morto nel 1752. «È talmente straordinario e impalpabile questo velo - continua il direttore - che alcuni studiosi hanno ritenuto erroneamente che l’opera fosse frutto di un processo alchemico di marmorizzazione compiuto dal principe di Sansevero. Poi, però, è stato accertato che il Cristo è interamente in marmo, ricavato da un unico blocco di pietra. Ma era proprio intenzione del principe insinuare il dubbio».
Oggi il museo è frequentato da turisti provenienti da tutto il mondo che ogni giorno affollano via Francesco De Sanctis. Nel passato, illustri visitatori hanno ammirato l'opera. «Alla fine del '700 Antonio Canova venne a visitare la cappella e si innamorò talmente tanto del Cristo velato che provò ad acquistarlo».
Novità degli ultimi giorni è l'affidamento dell’area antistante l’ingresso del famoso monumento allo staff del museo. «Nell'ambito dell'iniziativa lanciata dal Comune di Napoli «Adotta una strada» ci occuperemo di via De Sanctis. Ci fa enormemente piacere. La strada sarà pedonalizzata, arredata con lampioni, fioriere e anche panchine dotatae di porte usb, a disposizione dei turisti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino