«È stato terribile. La vista del sangue. La bambina, lui con uno sguardo annebbiato. La povera moglie morta». Ciro Tammaro ha raccontato ai carabinieri quei...
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«Volodymir era molto più di una persona di fiducia, uno di famiglia - ricorda Giovanni - Puntuale sul lavoro, garbato nei modi. Conoscevamo anche la famiglia, la moglie, la bambina, Katia, dolce e sfortunata. Lui avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di aiutarla a superare quell'handicap che la rendeva sordomuta».
Ciro Tammaro ha ricordato ai suoi e anche ai carabinieri i buoni rapporti con l'ucraino che viveva a Licola Mare da quattro anni: «A Natale ci siamo scambiati gli auguri. Ricordo che la sera siamo andati a trovarlo io e mia moglie. Abbiamo portato regali alla piccola, era felicissima. Chi l'avrebbe immaginato questo tragico epilogo».
Nel vivaio di Cuma dei Tammaro Volodymir Havrlyuk faceva di tutto, dai lavori sulle piante alle consegne. Anche ieri mattina avevano appuntamento per dei lavori Volodymir e Ciro Tammaro, che preoccupato del ritardo era andato a trovarlo a casa. «Davanti alla casa, sulla spiaggia la sua macchina rossa e quella grigia della moglie. Sembrava tutto in ordine come sempre. Ho bussato alla porta più volte. Lui è uscito. Poi, la terribile scoperta. Che sarà scoppiato nella sua testa? Che è successo tra quelle mura?». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino