Napoletano, «medico diplomatico» ma è un trafficante di droga

Napoletano, «medico diplomatico» ma è un trafficante di droga
Castel Volturno. Un viaggio lungo ma comodo. Da Milano in Audi. Un’A6 di colore scuro. Sembrava che tutto filasse per il verso giusto. Ma al casello autostradale Napoli...

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Castel Volturno. Un viaggio lungo ma comodo. Da Milano in Audi. Un’A6 di colore scuro. Sembrava che tutto filasse per il verso giusto. Ma al casello autostradale Napoli nord, lo stop della guardia di finanza ha bloccato la corsa e anche l’affare milionario. 


Oltre cinquanta chili di hashish e marijuana semplicemente poggiati nell’ampio cofano della vettura. Nessuno scatolo, nessuna valigia in cui occultare il carico ad alto rischio. Buste trasparenti e panetti già confezionati. Sebastiano Lauritano, 51 anni, originario di Castellammare di Stabia, residente a Castel Volturno, incensurato, si è presentato come un medico e soprattutto, come il coordinatore dell’ufficio diplomatico di Sua Eccellenza ambasciatore Angelo Antonio Toriello presso l’Onu. Pochi minuti dopo, lo specialista - esperto di naturopatia dopo gli studi negli Stati Uniti e in Romania - era già rinchiuso in una cella del carcere di Poggioreale di Napoli. 
Adesso, gli uomini del nucleo Pronto impiego della Finanza, diretti dal tenente colonnello Giovanni Pipola, potrebbero proseguire le indagini per ricostruire nomi, metodi e tragitti dei narcos. Forse una nuova tratta, percorsa da insospettabili, al soldo della criminalità organizzata. 

Gli investigatori, non escludono che il “medico” lavorasse per conto dei clan casertani che poi smistano la droga in altre città, o la scambiano con altre sostanze e magari con le armi. Quante volte al mese e in cambio di quanti soldi il sedicente medico-diplomatico svolgesse l’attività di corriere, ancora non è emerso. «Di certo - sostengono gli investigatori - Lauritano fa parte di un cartello criminale». 

Lo stop alla corsa nell’auto scura, sarebbe stato causato proprio dal modello e dalla marca della vettura. Costosissimi veicoli che non sfuggono ai controlli soprattutto di natura fiscale della guardia di finanza che però, in questo caso non si è trovata di fronte a un evasore ma a un «uomo di clan». 

Rinchiuso in carcere, fino a ieri Sebastiano Lauritano non era stato ancora sentito dai giudici. «Non c’è stato bisogno di utilizzare i cani antidroga», dicono i finanzieri. Sarebbe stato il forte odore dell’hashish e della marijuana a tradire l’uomo. Buste di «erba» e «panetti» erano stati adagiati con disinvoltura nel portabagagli. «Segno che Lauritano, grazie alla fantomatica carica di coordinatore diplomatico, alla sua fedina penale pulita e al tesserino di naturopata, si sentisse tranquillo e protetto in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine. A investigatori e inquirenti ora non resta che accertare se il «medico» facesse anche parte degli «azionisti» che investono sul traffico di stupefacenti. Un giro - dicono ancora i finanzieri - che potrebbe garantire fino a 200mila euro all’anno. 


La zona in cui vive è uno di quei viali che attraversando le pinete conducono alla spiaggia. «Mamma Africa», c’è scritto su un cartello lungo la stradina di ville malandate. Via vai di extracomunitari, la maggioranza tra loro sembra rientrare dal lavoro. Il resto, campeggia fuori ai bar. Lo conoscono bene Sebastiano Lauritano, ma qualcuno si scandalizza quando sente che è un medico: «Dottore di che?».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino