Il «pisello centogiorni», la gustosa riscoperta nel Vesuviano

Il «pisello centogiorni», la gustosa riscoperta nel Vesuviano
TRECASE – Si terrà venerdì 12 ottobre alle 17, al palazzo comunale, la cerimonia ufficiale della nascita del presidio Slow Food del «Pisello Centogiorni...

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TRECASE – Si terrà venerdì 12 ottobre alle 17, al palazzo comunale, la cerimonia ufficiale della nascita del presidio Slow Food del «Pisello Centogiorni del Vesuvio». Un legume fortemente radicato in passato alle terre di molti comuni vesuviani e porta nel suo nome uno dei tratti caratteristici, quello legato alla raccolta che dura, appunto, cento giorni, a partire dall’inizio della primavera. Il sapore delicato, fresco e dolce allo stesso tempo, caratterizza le note gustative.


Nonostante questi pregi, la memoria del baccello stava quasi scomparendo del tutto, salvata solo grazie a diversi contadini che negli ultimi decenni hanno continuato a coltivarlo nei propri orti, preservandolo dall’estinzione. Per questo motivo la condotta Slow Food Vesuvio ha fortemente voluto prendersene cura, facendolo diventare un presidio dell’associazione della chiocciola. Anche il sindaco di Trecase Raffaele De Luca ha deciso di collaborare al progetto, continuando la sua mission amministrativa di recupero e valorizzazione dell’agricoltura nel suo comune.

Diverse sono le iniziative che la fiduciaria vesuviana Slow Food Maria Lionelli ha organizzato nel corso dell’ultimo anno per promuovere l’unico legume fresco diventato presidio: tra queste, quella importante, c’è stata la presenza al salone del Gusto di Torino di fine settembre, la biennale della biodiversità mondiale. La prossima idea è quella di essiccarlo, rendendolo disponibile in dispensa tutto l’anno.


Il pisello centogiorni rientra nel progetto «IPark presidio e cittadinanza», che ha già sostenuto la nascita del presidio dell’albicocca del Vesuvio, al quale partecipano numerosi enti, associazioni e comuni, tra i quali l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, Slow Food Italia, Slow Food Campania e Vesuvio. Ad oggi sono 28 le aziende, di diversi comuni, che hanno risposto all’appello dell’associazione alla coltivazione del legume, ricevendone i semi, e diversi gli chef ed i pizzaioli che lo hanno inserito da subito nei loro menù, diventandone ambasciatori. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino