«Il dibattito sulla giustizia rischia di essere fuorviato dalla massiccia diffusione dei “social network” che ricordano in qualche modo le folle in tumulto di...
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«Tale logica se applicata a vicende processuali nuoce gravemente alla serenità di giudizio e tende a trasformare la legittima domanda di giustizia in desiderio di vendetta, generando attacchi violenti nei confronti di quei giudici che hanno emesso decisioni non condivise dalla folla dei social».
«Il processo penale - ha dichiarato De Carolis - non può essere ridotto a un’ordalia medievale con la ricerca di un colpevole a tutti i costi da esporre alla furia della piazza, ma è sempre un accertamento di responsabilità individuali, che deve essere svolto dal giudice con la dovuta serenità e distacco e non certo sulla pressione di una folla in tumulto, pronta a scagliarsi contro il giudice che abbia emesso una decisione sgradita”. “E’ sempre legittimo criticare le decisioni dei giudici, che possono essere impugnate con gli ordinari mezzi di gravame che il nostro sistema riconosce, ma gli attacchi personali nei confronti dei giudici rischiano di delegittimare la giurisdizione determinando un grave danno per tutti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino