«Non daremo tregua a chi ieri si è macchiato di un grave fatto di sangue con una bambina in ospedale che ora sta vivendo un momento difficile. Non lasceremo nulla di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Lo fanno simbolicamente davanti alla scuola dell'infanzia Vittorino da Feltre del Rione Villa, a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli, dove lo scorso 9 aprile fu ucciso sotto gli occhi del nipotino di 4 anni Luigi Mignano e ferito il figlio Pasquale, ambedue considerati vicini al clan Rinaldi in guerra con i D'Amico-Mazzarella. E a poche ore dalla raffica di arresti che ha fatto luce su quell'episodio di tre settimane fa che è molto simile, anche per il coinvolgimento di un bambino in entrambi i casi, a quello di ieri. Al punto che non si può escludere che possano essere collegati tra loro.
Anche Salvatore Nurcaro, infatti, il 32 enne obiettivo dell'agguato di camorra di ieri a piazza Nazionale, sebbene non risiedesse a San Giovanni a Teduccio, sembra possa ritenersi contiguo al clan Rinaldi esattamente come i Mignano, obiettivi del raid del 9 aprile scorso. È una delle piste su cui la Squadra mobile della Polizia da un lato, con un team di investigatori dedicato alle indagini, e i carabinieri dall'altro, stanno battendo a poche ore dai fatti.
«Su questo stiamo facendo delle verifiche - dicono questore e comandante dei carabinieri - non escludiamo nessuna pista, neanche questa. Di sicuro c'è una contiguità con l'area di San Giovanni che è un'area molto sensibile dal punto di vista delle dinamiche criminali». Il pensiero degli investigatori va anche alla piccola di 4 anni in lotta per la vita all'ospedale Santobono: «A lei va il nostro pensiero affettuoso - dice il questore De Iesu -. I due episodi, per la presenza nell'omicidio di Mignano di un bambino, e quello di ieri con il ferimento grave di una bimba, ci addolorano e ci provocano grande angoscia. E comprendiamo la grande sensazione di insicurezza che pervade la comunità. Ma oggi, con l'arresto di dodici killer, abbiamo dato una prima risposta concreta». «È ovvio che non ci fermiamo - sottolinea il comandante dei Carabinieri di Napoli Del Monaco - in relazione anche all'episodio di ieri l'attività congiunta delle forze dell'ordine sarà senza soluzione di continuità» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino