Il peschereccio affondato rivede la luce: ora si cerca il capitano Oliviero

Il relitto del Rosinella appena issato
Dopo sei mesi esatti il peschereccio Rosinella, affondato lo scorso 20 aprile costando la vita al capitano Giulio Oliviero e ai due marinai tunisini Khalifa e Saipheddine Sassi,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Dopo sei mesi esatti il peschereccio Rosinella, affondato lo scorso 20 aprile costando la vita al capitano Giulio Oliviero e ai due marinai tunisini Khalifa e Saipheddine Sassi, rivede la luce. In queste ore la ditta di Ponza che, con i fondi della Regione Campania, si sta occupando del recupero del relitto a largo di Gaeta, ha riportato a galla il relitto che per mesi ha giaciuto sul fondale, a 60 metri di profondità, a 7 miglia da Punta Stendardo dove affondò quella tragica notte di aprile. A supportare la ditta privata che, al terzo tentativo è riuscita a recuperare il relitto con un pontone ben potenziato (per ben due volte il traino si era rotto a causa dell’eccessivo peso del peschereccio), la Capitaneria di Porto di Gaeta: accanto alla barca del recupero, in mare la motovedetta della Guardia Costiera con a bordo il comandante Alberto Meoli, il legale della famiglia Oliviero, Vincenzo Pomposo, e il perito Sebastiano Molaro.


Nel porto di Gaeta è rimasta Rosa Imperato, la moglie del comandante, in grande stato di apprensione ed ansia perché in giornata, dopo il trasporto del relitto nel porto, si effettuerà un’ispezione per capire se all’interno della barca c’è la salma o ciò che resta del capitano, che risulta ancora disperso. «È emozionante rivedere il Rosinella dopo tanto tempo - il primo commento di Rosa – ma altrettanto doloroso. Pensare a tutti i sacrifici fatti per quel peschereccio che era la nostra seconda casa e quanta fatica e quante ore che vi ha trascorso a bordo mio marito. Ora voglio solo scoprire se all’interno c’è la sua salma e dargli una degna sepoltura».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino