Napoli, il Simbolismo Comunicazionale di Della Corte al Maschio Angioino

Guardare un’opera d’arte può essere una terapia per lo spirito. È questo ciò che spinge Massimiliano Della Corte, pittore napoletano, a creare...

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Guardare un’opera d’arte può essere una terapia per lo spirito. È questo ciò che spinge Massimiliano Della Corte, pittore napoletano, a creare quadri dall’impatto visivo forte che attraverso simboli geometrici e colori accesi possano stimolare le emozioni. La sua opera è ispirata al «Simbolismo Comunicazionale», la corrente artistica napoletana che dà il titolo alla sua mostra personale al Castel Nuovo - Maschio Angioino nella sala Degli Angeli dal 22 aprile all’ 8 maggio.

 
Della Corte esprime  sulla tela le sue sensazioni e aspetta che chi la guarda dica cosa ci vede: «Guardando un’opera ognuno vede cose diverse, a seconda del proprio vissuto o del suo stato d’animo di quel momento”, spiega il pittore. Il Simbolismo Comunicazionale pone al centro dell’attenzione l’uomo e i suoi sentimenti. Non a caso prende spunto dalle pubblicazioni dello psicologo Stefano Benemeglio. Infatti, le pennellate sulla tela sono per l'artista parole e le forme geometriche i verbi: insieme si muovono in una sintonia perfetta, le linee si modellano e i colori si stratificano e si trasformano in mille sfumature. C’è nelle sue opere, una costante analisi del mondo che lo circonda: è come se Della Corte avesse psicoanalizzato a sua volta tutto ciò che lo circonda. Ne viene fuori un mondo di sofferenze, da ricostruire e ripulire, ma anche un segno di speranza espresso dalla vivacità dei colori che raggiungono il loro picco massimo nel sole splendente.

Nelle opere di Della Corte non ci sono solo intrecci geometrici e perfetti ma anche le imperfezioni della natura. Nei suoi quadri è rappresentata sofferente, schiacciata dalla forza dell’uomo e non manca un accenno al dramma della Terra dei Fuochi che solo sensibilizzando la collettività si può superare. Ed è questo lo scopo delle creazioni di Massimiliano Della Corte. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino