«L’inquinamento da plastica o da microplastiche del Mediterraneo e di tutti i mari non è un problema ma è il problema su cui l’umanità...
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«Ischia è un’isola, dunque è circondata dal mare. Come Capri, come Procida, come l’isola del Giglio e tutte le bellissime isole del Mediterraneo, non solo quelle italiane. Le isole, come le aree costiere, soprattutto quelle fortemente antropizzate, soffrono tutte di questo male: l’invasione delle plastiche generata dalla stupidità, dalla ingordigia umana, da un consumismo sfrenato e senza senso», prosegue il primo cittadino, che ribadisce: «Il problema delle plastiche è mondiale, leggere che riguarda Ischia significa ridurre un dramma dell’umanità in barzelletta. Mi permetto poi di far osservare, da persona attenta alla materia non certamente da addetto ai lavori, che occorre evitare di fare confusione fra macroplastiche, microplastiche e nano plastiche, per evitare che discorsi scientifici seri possano diventare occasione di liti da bar sport. E mi riferisco sempre ad alcune cose lette su un presunto inquinamento da plastica del mare di Ischia. Quali sono i rilievi scientifici effettuati, quali sono i criteri adoperati? Nessuno lo sa. Si tratterebbe di alcuni campioni prelevati da Legambiente e fatti sottoporre ad analisi (un campione?) nei laboratori del Cnr? Ma quando è stato prelevato questo campione, come e dove? Al largo di Ischia, ma dove?»
Il sindaco conclude: «Troppo poco, troppo banale per stabilire che nel Golfo di Napoli, area così fortemente antropizzata, l’inquinamento da plastiche sia localizzabile a Ischia. E non lo dico per una difesa campanilistica dell’isola, che pure sarebbe un mio assai nobile dovere. Lo dico per debito di verità e per serietà nel discutere di questo problema enorme dell’umanità. Ma lo sapete dove è stata accertata la presenza di microplastiche in un organismo vivente? A Bergen, città costiera della civilissima e ecologica Norvegia. Una Balena arenatasi a Bergen (Bergen Whale) era “infetta” da plastica. Ma il problema, come sanno le persone più accorte, non sono le buste ingoiate dai pesci (quante tartarughe caretta caretta sono state salvate dagli scienziati della Stazione Zoologica dopo aver mangiato plastica?) bensì quello che ne rimane dopo essere state triturate dal sale e dall’acqua per alcune settimane. Ma su come poi queste plastiche (micro o nano) finiscano negli organismi umani è oggetto di studio degli scienziati che si confronteranno in questi giorni a Capri. Meglio aspettare e leggere i loro studi, piuttosto che abbandonarci a nostre chiacchiere. Allo stato, da quello che ho letto, nell’apparato digerente dei pesci non sembrano essere stati rilevati problemi con i pezzetti di plastica piccolissimi, quanto all’uomo ne sappiamo davvero poco o nulla. Come Comune di Ischia mi fa piacere ricordare come i nostri studenti hanno subito accolto l’appello della Stazione Zoologica Anton Dhorn, sezione di Ischia, che ha varato un progetto per la raccolta dei residui plastici sulle spiagge isolane. Ecco, di questo e di altre iniziative, come ad esempio “Puliamo il mondo” di Legambiente parlerei di più, ne farei oggetto di campagne di informazione sempre più stringenti. Perché la plastica dispersa nell’ambiente è un problema serio dell’umanità, non di Ischia». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino