Il soprintendente Osanna: «Già ultimati altri recuperi, decolla il progetto Pompei»

Sono le sette del pomeriggio e negli Scavi ormai svuotati il soprintendente Massimo Osanna si affanna, letteralmente, per gli ultimi ritocchi al «palcoscenico» per la...

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Sono le sette del pomeriggio e negli Scavi ormai svuotati il soprintendente Massimo Osanna si affanna, letteralmente, per gli ultimi ritocchi al «palcoscenico» per la cerimonia di oggi, l’uscita di scena del Grande Progetto Pompei - scade il 31 dicembre - con il premier Renzi e il ministro Franceschini ad inaugurare sei nuove domus appena restaurate. È nella casa di Paquio Proculo, il professore, a sistemare passerelle e proteggere mosaici.


Per la sua prima volta a Pompei, ad aprile scorso, Renzi è stato «estasiato» da Villa dei Misteri, cosa lo incanterà di questo tour?
«Ci sono anche altre domus restaurate pronte ad essere riaperte - spiega - ma abbiamo scelto queste sei perché rappresentano un nucleo compatto nella Regio I, praticamente il cuore di Pompei, scavato agli inizi del Novecento, con gli apparati decorativi, mosaici ed affreschi, ben conservati. Queste domus rappresentano uno spaccato della società romana. Sono tutte su via dell’Abbondanza, l’arteria principale della città antica, alcune, come la casa di Paquio Proculo, quella dell’Efebo ed il Criptoportico, sono abitazioni di prestigio, che appartenevano a famiglie di livello, altre come la casa di Fabius Amandius e quella del Sacerdos Amandus, sono invece case della classe media ma la prima è ugualmente decorata, la seconda ha un picccolo ma delizioso giardino. La Fullonica di Stephanus era una lavanderia e tintoria e saranno mostrati tutti i processi delle lavorazioni che vi si facevano. Il Criptoportico ha decori meravigliosi, mosaici e pitture del I secolo avanti Cristo con festoni che riportano scene dell’Iliade». 

Sei domus restaurate inaugurate in un solo giorno: è l’ultimo colpo di coda del Grande Progetto Pompei?
«Ci sono anche altre domus già restaurate, come quella di Octavius Quartio o quella del Frutteto, ma verranno riaperte a marzo in occasione della mostra ”Mito e Natura” con un itinerario sui giardini. Così come si sta lavorando ai mosaici nella Casa del Menandro: è la dimostrazione che con il Grande Progetto è già partita anche la manutenzione ordinaria».

Il bilancio del Grande Progetto?
«Per me il bilancio è molto positivo. Per Pompei è un momento straordinario, finalmente stiamo ridando a questa città antica tutta la bellezza e lo splendore che merita. Adesso le strade sono pulite e perfino i cantieri sono ordinati con le transenne che sbarrano il percorso ai turisti ”illustrate” con immagini dell’archivio storico della Soprintendenza. Ma siamo a metà del lavoro, c’è da ultimare la messa in sicurezza: l’ultimo cantiere è stato appena messo a gara e finirà nel 2017».

Che progetti ci sono per il 2016?
«A Pasqua voglio riaprire l’Antiquarius per ridare agli Scavi il loro museo e mettere in esposizione tutti i materiali che sono nei magazzini. Poi certo si continuerà con i restauri delle domus che dovranno essere puntuali. A breve partiranno quelli della Casa d’Argento e della Casa di Cerere che sono stati interamente in carico ad Invitalia fin dalla progettazione».

Ad un anno dalla partenza il Grande Progetto era ancora senza programmazione, è stato importante il ruolo di Invitalia?
«Invitalia ha avuto un ruolo fondamentale non soltanto per l’organizzazione e la gestione dei bandi e delle gare d’appalto, ma da un certo punto in poi, anche per la progettazione dei lavori di restauro. Fondamentale è stato anche il ruolo di Ales: una squadra composta da 20 operai, 5 restauratori, 2 architetti e 2 archeologi che adesso restaureranno in situ i mosaici della casa del Menandro senza doverla chiudere ai turisti».

Grazie ai restauri aumentano le case visitabili ma non il personale: come farà a gestire i nuovi percorsi?
«Con il personale della Ales e quello addetto alla mostra sui calchi, ”Rapiti alla morte” che chiuderà il 10 gennaio. Comunque è mia intenzione programmare delle aperture a rotazione, la mattina o il pomeriggio, nell’arco della stessa giornata, in modo da garantire quotidianamente la visita di tutte le case».

La Casa dei casti Amanti, cantiere simbolo del Commissariamento degli Scavi, per la cui inaugurazione si sperava venisse l’allora premier Berlusconi, invece, non è più visitabile nemmeno su prenotazione: perché?
«È una di quelle domus che dovrà essere interessata da futuri interventi di restauro. Purtroppo c’è un problema serio di contenimento del fronte alle spalle dell’edificio».

Berlusconi a Pompei non è mai venuto, invece Renzi è la seconda volta che ci viene nel giro di qualche mese e per Franceschini è addirittura la quinta volta dall’inizio dell’anno...
«È il segnale di quanto tutto il governo creda nella rinascita di Pompei».

Il sindaco di Napoli de Magistris ha detto di non essere stato invitato a Pompei, oggi, per la visita del premier Renzi: possibile?

«De Magistris è stato invitato dalla Soprintendenza. L’ho chiamato io personalmente e non avendo avuto risposta gli ho anche mandato un sms». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino