«Imbavagliati», 10mila visualizzazioni per la versione online del Festival

«Imbavagliati», 10mila visualizzazioni per la versione online del Festival
Dall’Algeria alla Cina passando per la Siria e la Colombia, voci coraggiose che difendono i diritti LGBT oltraggiati nel mondo e quelli degli...

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Dall’Algeria alla Cina passando per la Siria e la Colombia, voci coraggiose che difendono i diritti LGBT oltraggiati nel mondo e quelli degli ultimi: nel segno dei Diversamente liberi si è conclusa ieri (domenica 20 dicembre) con la presentazione in anteprima del cortometraggio «Giorgio» e del portale di informazione italiana e internazionale Radio Bullets, la VI edizione telematica di Imbavagliati. Il Festival Internazionale di Giornalismo Civile, ideato e diretto da Désirée Klain, che dal 2015 dà voce da Napoli a quei giornalisti che nei loro paesi hanno sperimentato il bavaglio della censura e la persecuzione di regimi dittatoriali e, nonostante il giro di vite contro la stampa, hanno corso seri pericoli per raccontare, denunciare. La Mehari di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano assassinato dalla camorra nel 1985 è divenuta negli anni il simbolo dell'iniziativa per la libertà di stampa (che prima di quest'anno si è sempre svolta al Pan/Palazzo delle Arti, lì dove la macchina è custodita ne’ “La Stanza della Memoria”). Con lo slogan Chi dimentica diventa colpevole si è rinnovato dal Festival l'appello per chiedere verità e giustizia per Mario Paciolla, Giulio Regeni e Ilaria Alpi. 

Con diecimila visualizzazioni in soli sette giorni di programmazione per la prima volta proposta online, causa emergenza covid, il pubblico ha assistito agli eventi della manifestazione sul neonato sito  www.imbavagliati.it. Protagonisti di questa sesta edizione sono stati anche coraggiosi reporter, attivisti minacciati o che vivono sotto scorta. Tra questi Ludovic-Mohamed Zahed, primo imam franco-algerino dichiaratamente gay e contro l’oscurantismo che si è raccontato a Marco Cesario; Chang Ping, il giornalista cinese censurato dal governo di Xi Jinping, che pur in esilio, continua ad accendere una luce sul suo popolo; John Shipton, padre di Julian Assange, che lotta strenuamente per la difesa del figlio;  Akram Sweedan, coraggioso artista siriano, che sotto la minaccia della guerra riesce ad infondere speranza, raccogliendo  i resti di ordigni vari, bombe e razzi, colorandoli e decorandoli, dando loro un nuovo significato; la testimonial Carmen Ferrara, la 25enne campana, attivista LGBTIQ e ricercatrice.

 

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Il Mattino