«Ma basta con prodotti televisivi nei quali non si intravede a Napoli nemmeno una figura positiva. Ci sono solo quelli con la cresta di cavallo in testa che parlano un...
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Nel rendiconto della Regione di fine anno, De Luca parte dal caso di Arturo: «Quando gruppi di ragazzi di 15 anni accoltellano un coetaneo non so quale altre segnale deve arrivare per dirci che siamo oltre la soglia tollerabile per una società civile» spiega.
La Regione prova a fare la sua parte con il programma Scuola viva per mantenere aperti di pomeriggio 450 istituti con laboratori, attività sportive, educative e formative che coinvolgono 400mila studenti, con le scuole di comunità per portare i docenti nei quartieri più a rischio o con le telecamere per garantire la sicurezza che nel 2018 saranno installate anche a Chiaia, al Vomero, a Scampia, a Secondigliano dopo essere state attivate sui Decumani e al rione Sanità. «Siamo in piena emergenza educativa - sottolinea il governatore - Ne abbiamo parlato con la madre di Arturo, una persona straordinaria, vorrei che emergesse l'immagine di queste madri quando si parla della Campania e non quella di pulcinellismo e sciatteria che nove volte su dieci prevale anche per un certo nostro masochismo storico che mi è diventato intollerabile. Nelle riprese televisive non si vede mai uno di questi ragazzi che vivono non per fare camorristi ma sacrificandosi ogni giorno per costruirsi un futuro. O donne come la madre di Arturo. Invece ci sono solo quelli con la cresta. Ma ribadiamolo: il loro futuro è o la galera o la morte. Cominciamo a raccontarlo».
Negli auspici del nuovo anno, oltre a una nuova immagine in tv della città, il presidente della Campania ne ha anche per i movimenti di sinistra: «Non vogliamo più immagini di Napoli che non può ospitare un membro del Governo senza la puntuale manifestazione di plebeismo e di violenza».
De Luca si è lasciato andare alla conosciuta ironia solo nell'incontro di saluti con i dipendenti. Dopo aver ribadito l'impegno al rigore nel posto di lavoro «perché dobbiamo essere come un'azienda privata, in cui il tempo non è una variabile indipendente», il governatore si sbilancia: «Vorrei umanizzare la mia immagine, visto che i giornali mi rappresentano come un delinquente, una carogna». E, chiamato a tagliare un megapanettone, il presidente della Regione, brandendo un coltello, rilancia: «Per carità, nessuna fotografia, altrimenti domani dicono che voglio uccidervi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino