Incendio al campo rom di Barra, quartiere in rivolta: «Pronti a scendere in piazza»

Incendio al campo rom di Barra, quartiere in rivolta: «Pronti a scendere in piazza»
Sono passati 88 giorni dal maxi rogo del campo rom di via Mastellone, nel quartiere Barra. Dopo l'intervento dei vigili del fuoco e lo sgombero dell'area abitata da circa...

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Sono passati 88 giorni dal maxi rogo del campo rom di via Mastellone, nel quartiere Barra. Dopo l'intervento dei vigili del fuoco e lo sgombero dell'area abitata da circa 200 nomadi i residenti speravano in un netto miglioramento delle condizioni di vita nella zona. A quasi tre mesi dal rogo, però, non solo la situazione non è migliorata, ma continua a destare serie preoccupazioni nei cittadini che hanno annunciato di essere pronti a mettere in campo eclatanti forme di protesta. Nonostante i ripetuti interventi dei vigili del fuoco nell'area dell'ex campo rom, infatti, il sottosuolo comincia a bruciare. Alcuni giorni fa i pompieri sono intervenuti per l'apertura di una nuova fumarola che si sprigionava dalla montagna di spazzatura accumulata. Poche ore dopo l'intervento, però, si è aperto un nuovo fronte, con una fumarola che si sprigiona ancora oggi a poche decine di metri di distanza. 

Un segno evidente che nel sottosuolo arde un vero e proprio incendio alimentato - lo hanno denunciato più volte i cittadini - da rifiuti speciali interrati negli scorsi mesi. La scorsa settimana il comitato Bonifica campo rom di via Mastellone e Decoro Ambientale ha inviato una denuncia alla Procura della Repubblica, chiedendo alle istituzioni di interessarsi del problema e di trovare una soluzione. 

«Non si può continuare così - denuncia Ciro Borrelli, portavoce del comitato - con fuochi che si accendono spontaneamente e inquinano l'aria. Per anni abbiamo denunciato quello che succede qui, senza avere mai alcun riscontro dalle istituzioni a cui abbiamo chiesto aiuto. La nostra salute e quella dei nostri figli è in pericolo sia a causa dell'aria inquinata che per il rischio di vedere inquinate le falde acquifere che alimentano i campi coltivati e le serre che sono qui attorno. Mangiamo veleni - l'affondo di Borrelli - e respiriamo veleni nell'indifferenza generale. Anche noi di Barra siamo cittadini napoletani e anche noi abbiamo il diritto di vivere degnamente. Se le istituzioni non interverranno al più presto ci vedremo costretti a mettere in campo nuove forme di protesta. Di certo - conclude - non ci rassegneremo a farci avvelenare giorno dopo giorno». 

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Il Mattino