Camaldoli, la distruzione dopo gli incendi: ettari di vigneti persi per sempre

Camaldoli, la distruzione dopo gli incendi: ettari di vigneti persi per sempre
Decine di ettari bruciati intorno a quelle che sino a ieri erano coltivazioni rigogliose. Gli incendi che da ventiquattro ore ormai stanno interessando l'area tra Pianura e...

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Decine di ettari bruciati intorno a quelle che sino a ieri erano coltivazioni rigogliose. Gli incendi che da ventiquattro ore ormai stanno interessando l'area tra Pianura e Marano, sui crinali della collina dei Camaldoli, lasciano alle spalle solo cenere, fumo e distruzione.


«Tutto qui intorno ieri era un vero inferno» commenta il geometra Giulio Andreoli, «abbiamo dovuto iniziare a spegnere l'incendio da soli e grazie al supporto di tutti i residenti che si sono aiutati vicendevolmente. La paura è stata tanta anche perché dopo diverse ore dall'inizio dei roghi nessuno ancora riusciva a raggiungere queste zone. Donne incinte ed anziani hanno abbandonato l'area ma chi è rimasto ha dovuto lavorare con pale e sabbia per evitare il peggio».
 
Diversi campi che da tempo producevano uva per la Falanghina ed altri vini noti dell'area, sono andati completamente distrutti. Ma non solo. Anche molte abitazioni hanno avuto le fiamme a pochi passi da loro, con diversi danni alle strutture.

Qui i danni non si sono limitati solo alle terre purtroppo, anche le abitazioni sono state direttamente colpite. In molti casi cancelli e muri perimetrali sono stati interessati dalle fiamme e per poco non si è sfiorata la tragedia. Adesso però, oltre ad una sorveglianza costante da perte di residenti e forze dell'ordine, il pericolo resta alto per le prossima stagione invernale.

«Purtroppo non è finita qui» continua Andreoli, «adesso dovremmo stare attenti al pericolo dilavamento perché tutto il cappellaccio di terreno bruciato è instabile e potrà venire giù facilmente con una delle piogge tipiche del nostro inverno. L'attenzione da parte di tutti deve restare alta affinché ci siano i giusti interventi preventivi e la opportuna sorveglianza nel corso dell'intero anno sino alla prossima estate». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino