L'ex segretario generale della Cisl Campania, Lina Lucci, è stata rinviata a giudizio per violazione regolamento economico interno. A renderlo noto è l'ex...
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L'ex segretario generale della Cisl Campania sottolinea un dato che definisce "incontrovertibile": «Chi mi ha accusato oggi si trova a giudizio, su proposta del pm, per fatti ben più gravi. Le indagini hanno fatto emergere a carico di questo soggetto cose molto inquietanti che certamente lasceranno il segno. Io certamente non abbasserò la guardia». «Niente ruberie, niente ristrutturazioni, niente regali impropri, nessuna consulenza a terzi - dice ancora Lucci - niente di niente, questi sono i fatti, se non una violazione del regolamento interno. Tutto il mio operato è avvenuto sempre alla luce del sole e sono sempre stata autorizzata dai vertici della Cisl come risulta dagli atti. L'unico addebito che mi viene rivolto è quello di aver fruito di un appartamento, che la stessa confederazione mi aveva concesso come benefit, come consuetudine della Cisl. Con modalità del tutto identiche a quelle operate dalla stessa Furlan e dai componenti della segreteria confederale».
L'ex sindacalista definisce «raccapricciante» quanto accaduto. «Ma me ne faccio una ragione: ho messo le mani su cose che non dovevo vedere. Rivendico con orgoglio il lavori fatto nel sindacato e le lotte per la difesa dei diritti di mille come di un solo lavoratore. Non mi darò per vinta fino a quando i lavoratori stessi comprenderanno a quale congiura sono stata sottoposta e non aspetterò certo il giudizio per continuare la mia battaglia di verità. Il sindacato è una cosa seria, la Cisl è sana ma vanno isolati quei "criminali" che per interessi personali fanno perdere di credibilità all'intera organizzazione. Non esisterò a trascinare in giudizio tutti coloro che mi hanno calunniata, non per vendetta ma per rispetto ai tanti lavoratori che mi hanno dato e continuano a confermarmi la loro fiducia. Resto sempre grata a quanti in questi mesi non mi hanno fatto mancare il loro sostegno e vi assicuro che sentirete parlare ancora molto di me». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino